16-8
Giornata un po' strana, quella di oggi (forse Mala Strana...). Cominciamo col museo della Tecnica, che a detta di Paolo dovrebbe prenderci tutta la giornata, ma scopriamo che è mezzo chiuso. Facciamo comunque in tempo a goderci il grande salone stracolmo di treni aerei e locomotive: il vento il fuoco e l'acciaio uniti in un sublime dinamico che Kant intuiva ma non immaginava, il tutto contornato da vetrine contenenti modellini, grafici e fotografie. Altra parte del museo era dedicata al "multimediale" in cui lo spettatore poteva interagire con alcune macchine per saggiare la sua preparazione o le sue condizioni psicofisiche (anche se alcuni dati erano un po' falsati...). Che dire poi della sala dedicata ai fenomeni acustici, dove ci siamo sbizzarriti con tutti gli esperimenti possibili? Con l'intermezzo di un pasto frugale, disturbato dalle solite api (un vero flagello: Fabio le combatte con le salviette, io con il coltello e Paolo a mani nude), ci fiondiamo subito a Mala Strana (starò mesto?) per vedere chi il museo militare (Claudio ed io), chi la torre delle polveri (gli altri) e forse avevano ragione questi ultimi, visto che il museo è stato abbastanza deludente... Solo qualche sala con plastici a grandezza naturale riesce a destare il nostro interesse, ma non a sopire la curiosità, visto che ci avventuriamo nel piano sbarrato da sedie, in barba ai controlli... Anche qui niente, solo qualche restauro. Va beh, vorrà dire che ci limiteremo ad aspettare gli altri di fronte all'ingresso godendoci di nuovo il cambio della guardia... Oh, finalmente eccoli che arrivano! C'è ancora tempo per vedere la chiesa di S.Nicola a Stare Mesto, ma riusciamo a perderci di nuovo sul Ponte S.Carlo e arriviamo a destinazione scaglionati, giusto per renderci conto che è tutto chiuso... Che tristezza, poi, la chiesa gotica in centro: a dire il vero sarebbe molto bella, ma uno scellerato progetto risalente al periodo barocco ha rivestito i suoi muri (compresa la facciata! AAARGH!) di edifici moderni... Ma come si fa? Okay, non pensiamoci più e prepariamoci ad un'altra serata praghese.
Questa sera il nostro "mister mutanda" non è più in mutande: siamo basiti, ma ci riprendiamo quanto basta per farci spiegare gli orari dei pullmann notturni. Quello si prodiga in delucidazioni e ci da persino un prospetto con tutti gli orari! Grande!
A cena tutto normale: è dimostrato che ristoranti della guida Marco Polo sono inaccessibili per la gente comune (avete presente l'Apostolok?) perciò andiamo a naso ed è decisamente meglio... Dopo cena ci affrettiamo a tornare a casa per salutare le ragazze sudafricane nostre coinquiline che domani partono, ma soprattutto per scolarci quelle quattro o cinquemila lattine di Gambrinus® acquistate previdentemente oggi pomeriggio... Yahooooo... Sennonché, mentre cammino, vengo preso al volo da un piccione... Vabbeh, tanto bianco su bianco non si vede! (Bleah!)
LE FRASI:
Paolo: "Occhio alla testa"
Lenno: "Starò mesto... se la pesto!"
18-8
E questo sarebbe il cimitero ebraico? Ma si specula così sui morti? Perché un uomo deve diventare una scritta su un muro, immerso in migliaia di altre scritte? Forse per non dimenticare, forse per dire che siamo tutti uguali davanti alla morte... In ogni caso davanti ad essa non si paga il biglietto d'ingresso. Lasciate in pace i morti... specie quelli che hanno già sofferto tanto.
Ed è la partenza! La nostra stanza verrà presa da una compagnia di Viterbo, mentre noi ci allontaniamo fieri con una cassa di Gambrinus... Sul treno persino il controllore ci prende in giro, ma poi gli veniamo utili quando ha bisogno di cambiare 100 dollari (a dire il vero si spaventa un po' quando mi tolga la cintura, ma è un attimo). Inganniamo il tempo con un partitone a Risiko, con un interrogativo che mi martella la testa: riuscirò a spedire l'ultima cartolina? A Praga non sono riuscito ad affrancarle tutte e ho cercato di spendere le ultime corone in souvenir e cianfrusaglie, ma non ce l'ho fatta! Per fortuna, perché sul treno dobbiamo pagare il supplemento... Utilizziamo tutto, persino le monetine, e alla fine la spuntiamo.
LA SCENA:
Marta: "Noi fra mezz'ora abbiamo un altro treno da prendere, a Vienna"
Controllore: "Dev'essere sul lato sinistro!"
16 agosto 1997
13 agosto 1997
Paesi dell'est - Diario di viaggio/5
13-8
Giorno all'insegna dello scazzo a Varsavia: stasera si parte, così vaghiamo senza meta, tornando in centro e passeggiando ad andatura turistica dappertutto. Proviamo persino ad andare al quartiere Praga per cercare "reliquie" militari russe, ma invano. Se il mercatino c'era, infatti era chiuso e gli unici ricordi che ci rimarranno di Varsavia sono i due orologi e le matrioske acquistate in centro.
Alle 19:37 parte il treno ed è il delirio... Tra pane e Mirinda volano le battute più scarse, mentre io mi rifugio in alto tra gli spasmi della tosse... Gli altri si chiedono se sono ancora vivo... poi tutto si fa confuso e ricordo solo vagamente le incursioni dei controllori alla ricerca dei passaporti (almeno otto volte) e il frastuono di una sorta di compressore proprio di fianco a noi... Beh, fatto sta che...
14-8
...Siamo arrivati a Praga! Sono le 5:30 (Ahia) e la sveglia-gallo imperversa spaventando qualcuno della compagnia (no, Manu, non c'è nessuna gallina!). Verso le 7:00 ci muoviamo verso l'albergo, che albergo non è!
Immerso in un paesaggio bucolico non lontano dal centro, un edificio funge da centro di ritrovo da cui vengono assegnate le camere... che poi sono abitazioni vere e proprie. Fabio ed io abbiamo una stanza nella casa del "proprietario", gli altri quattro si sono sistemati in una sorta di villa tutta per loro... Sembra di essere davvero in paesino di montagna! La villa di cui parlava Paolo è davvero carina: la padrona di casa (Avete presente Kathy Bates in "Misery non deve morire"?) ci fa accomodare in una taverna piena di trofei di caccia, così aspettiamo, seduti su panche rivestite di pelli, che Paolo si faccia la doccia.
Il Proverbio critico di Lenno:
"Ogni mondo e paese"
Sono le 20:50 e ci stiamo sbizzarrendo all'"Havana", tipico ristorante Ceco (si, vabbé...). Oggi abbiamo visto il Ponte S.Carlo e alcune vie del centro, compreso il panorama mozzafiato della cittadella, soffermandoci presso le bancarelle a guardare orologi e oggettistica militare. Carino però questo locale... Al piano di sotto c'è un caffè anni '60 con tanto di ritratto del Che e salottino... Mentre mi rilasso sorseggiando una Purkmistr® scura ripenso agli artisti incontrati sul ponte: l'uomo che suonava melodie sfregando i bicchieri pieni d'acqua, il "Puparo" che manovrava le marionette... E che spettacolo il centro, con l'orologio astronomico che scandisce le ore con le statue animate degli apostoli e di altri personaggi caratteristici, mentre i venditori ambulanti chiassano con le loro trombette che imitano lo starnazzare delle galline e invitano il turista a farsi fare la caricatura... Alla ora, arriva o no il mio gulasch? Mmmmh... Buono!
15-8
Ci siamo appena svegliati e già dobbiamo trasferirci al piano di sopra! La nostra camera, infatti, verrà invasa da due altre persone, mentre scopriamo che quella di fronte è occupata da quattro ragazze anglofone. Sta per cominciare un nuovo giorno a Praga.
LE FRASI:
"Un cimitero giulivo" (Cori)
"Che bello scendere!" (Pensiero profondo di Simon)
Che bello, che bello! Cioè, mica tanto, soprattutto per Marta che deve pulirsi dal ricordino che le ha lasciato un piccione... Schernendola per questo e per il suo racconto degli eventi tragicomici avvenuti la sera prima (ululati strani in casa? Che sarà mai?) andiamo verso il castello ma.. sbagliamo strada! Ritentiamo e siamo più fortunati!
All'interno delle mura c'è la cattedrale: il trionfo del gotico, con soffitti vertiginosi e architettura ardita, impreziosita da ornamenti e vetrate. Questa cattedrale di S. Vito è immersa nell'atmosfera del castello: non la si può ammirare da lontano, perché, circondata dalle mura, sembra quasi spuntare da esse come un gioiello opaco nella sabbia lucida. Il resto della visita è da antologia: il cambio della guardia, l'antico palazzo reale, la cripta dei re e la via degli alchimisti, dove ha abitato anche Franz Kafka e dove troviamo un fantastico negozio-museo di oggetti medievali. Qui, oltre ad apprezzare armi, armature e abiti trecenteschi, abbiamo occasione di fare acquisti: io mi fiondo verso un CD di musica medievale e un ciondolo, Paolo si accontenta di un ciondolo simile, scegliendolo però con più accuratezza... Ci mette circa mezz'ora ma ce la fa! Nel frattempo noialtri abbiamo occasione di goderci la "simpatica" armatura fuori dal negozio, che abbina al fantastico elmo a forma di dragone, una esplicita "corazzatura" tra le gambe di forma evidente: che servisse per gli stupri di fretta? Che storia! Al ritorno ci imbattiamo in una singolare statua che ritrae un uomo carponi sotto un immenso teschio... un po' macabro, è vero, ma affascinante.
Dobbiamo farci strada tra orde di fotografi che cercano di inquadrare fidanzate, mogli e figli e che ogni volta bloccano tutta la via. Simpatici, però! All'uscita del castello ci soffermiamo davanti alle guardie che non fanno una piega. Proprio nessuna? Ma non ci facci ridere! Appena tre ragazze ne stuzzicano uno, questo (nei limiti del possibile) ci sta... E l'altro lo richiama all'ordine! Che sincronia!
E siamo già alla sera: per puro caso ci imbattiamo in una troupe cinematografica che sta girando un film sul periodo nazista. Fa impressione vedere le scritte antisemite sui muri... E pensare che cinquant'anni fa questa non era finzione... Ci lasciamo alle spalle questi pensieri e iniziamo un'altra serata in quel di Praga.
LE FRASI:
"Sei veramente un prosòpope" (Fabio)
"Alé alappa, grazie per la pappa" (Claudio)
Giorno all'insegna dello scazzo a Varsavia: stasera si parte, così vaghiamo senza meta, tornando in centro e passeggiando ad andatura turistica dappertutto. Proviamo persino ad andare al quartiere Praga per cercare "reliquie" militari russe, ma invano. Se il mercatino c'era, infatti era chiuso e gli unici ricordi che ci rimarranno di Varsavia sono i due orologi e le matrioske acquistate in centro.
Alle 19:37 parte il treno ed è il delirio... Tra pane e Mirinda volano le battute più scarse, mentre io mi rifugio in alto tra gli spasmi della tosse... Gli altri si chiedono se sono ancora vivo... poi tutto si fa confuso e ricordo solo vagamente le incursioni dei controllori alla ricerca dei passaporti (almeno otto volte) e il frastuono di una sorta di compressore proprio di fianco a noi... Beh, fatto sta che...
14-8
...Siamo arrivati a Praga! Sono le 5:30 (Ahia) e la sveglia-gallo imperversa spaventando qualcuno della compagnia (no, Manu, non c'è nessuna gallina!). Verso le 7:00 ci muoviamo verso l'albergo, che albergo non è!
Immerso in un paesaggio bucolico non lontano dal centro, un edificio funge da centro di ritrovo da cui vengono assegnate le camere... che poi sono abitazioni vere e proprie. Fabio ed io abbiamo una stanza nella casa del "proprietario", gli altri quattro si sono sistemati in una sorta di villa tutta per loro... Sembra di essere davvero in paesino di montagna! La villa di cui parlava Paolo è davvero carina: la padrona di casa (Avete presente Kathy Bates in "Misery non deve morire"?) ci fa accomodare in una taverna piena di trofei di caccia, così aspettiamo, seduti su panche rivestite di pelli, che Paolo si faccia la doccia.
Il Proverbio critico di Lenno:
"Ogni mondo e paese"
Sono le 20:50 e ci stiamo sbizzarrendo all'"Havana", tipico ristorante Ceco (si, vabbé...). Oggi abbiamo visto il Ponte S.Carlo e alcune vie del centro, compreso il panorama mozzafiato della cittadella, soffermandoci presso le bancarelle a guardare orologi e oggettistica militare. Carino però questo locale... Al piano di sotto c'è un caffè anni '60 con tanto di ritratto del Che e salottino... Mentre mi rilasso sorseggiando una Purkmistr® scura ripenso agli artisti incontrati sul ponte: l'uomo che suonava melodie sfregando i bicchieri pieni d'acqua, il "Puparo" che manovrava le marionette... E che spettacolo il centro, con l'orologio astronomico che scandisce le ore con le statue animate degli apostoli e di altri personaggi caratteristici, mentre i venditori ambulanti chiassano con le loro trombette che imitano lo starnazzare delle galline e invitano il turista a farsi fare la caricatura... Alla ora, arriva o no il mio gulasch? Mmmmh... Buono!
15-8
Ci siamo appena svegliati e già dobbiamo trasferirci al piano di sopra! La nostra camera, infatti, verrà invasa da due altre persone, mentre scopriamo che quella di fronte è occupata da quattro ragazze anglofone. Sta per cominciare un nuovo giorno a Praga.
LE FRASI:
"Un cimitero giulivo" (Cori)
"Che bello scendere!" (Pensiero profondo di Simon)
Che bello, che bello! Cioè, mica tanto, soprattutto per Marta che deve pulirsi dal ricordino che le ha lasciato un piccione... Schernendola per questo e per il suo racconto degli eventi tragicomici avvenuti la sera prima (ululati strani in casa? Che sarà mai?) andiamo verso il castello ma.. sbagliamo strada! Ritentiamo e siamo più fortunati!
All'interno delle mura c'è la cattedrale: il trionfo del gotico, con soffitti vertiginosi e architettura ardita, impreziosita da ornamenti e vetrate. Questa cattedrale di S. Vito è immersa nell'atmosfera del castello: non la si può ammirare da lontano, perché, circondata dalle mura, sembra quasi spuntare da esse come un gioiello opaco nella sabbia lucida. Il resto della visita è da antologia: il cambio della guardia, l'antico palazzo reale, la cripta dei re e la via degli alchimisti, dove ha abitato anche Franz Kafka e dove troviamo un fantastico negozio-museo di oggetti medievali. Qui, oltre ad apprezzare armi, armature e abiti trecenteschi, abbiamo occasione di fare acquisti: io mi fiondo verso un CD di musica medievale e un ciondolo, Paolo si accontenta di un ciondolo simile, scegliendolo però con più accuratezza... Ci mette circa mezz'ora ma ce la fa! Nel frattempo noialtri abbiamo occasione di goderci la "simpatica" armatura fuori dal negozio, che abbina al fantastico elmo a forma di dragone, una esplicita "corazzatura" tra le gambe di forma evidente: che servisse per gli stupri di fretta? Che storia! Al ritorno ci imbattiamo in una singolare statua che ritrae un uomo carponi sotto un immenso teschio... un po' macabro, è vero, ma affascinante.
Dobbiamo farci strada tra orde di fotografi che cercano di inquadrare fidanzate, mogli e figli e che ogni volta bloccano tutta la via. Simpatici, però! All'uscita del castello ci soffermiamo davanti alle guardie che non fanno una piega. Proprio nessuna? Ma non ci facci ridere! Appena tre ragazze ne stuzzicano uno, questo (nei limiti del possibile) ci sta... E l'altro lo richiama all'ordine! Che sincronia!
E siamo già alla sera: per puro caso ci imbattiamo in una troupe cinematografica che sta girando un film sul periodo nazista. Fa impressione vedere le scritte antisemite sui muri... E pensare che cinquant'anni fa questa non era finzione... Ci lasciamo alle spalle questi pensieri e iniziamo un'altra serata in quel di Praga.
LE FRASI:
"Sei veramente un prosòpope" (Fabio)
"Alé alappa, grazie per la pappa" (Claudio)
11 agosto 1997
Paesi dell'est - Diario di viaggio/4
11-8
Carino l'albergo! Un po' retrò, ma non c'è malaccio, a partire dagli ascensori modello Politecnico, fino alle chiavi magnetiche, alla vista che si gode dal nono (9°!) piano, ai -Udite Udite!- cioccolatini omaggio!
Beh, facciamoci una doccia, poi si vedrà.
Ore 17:10. 'Sticapperi, come è cara Varsavia... Da oggi McDonald's
LE FRASI:
"Sembri una gallina rattrappita" (Marta rivolta a Manu)
"Dal Vangelo secondo Matteo: Gesù vide Matteo che
catturava farfalle e gli chiese: 'Perché catturi farfalle?'
E Matteo rispose: 'Perché una farfalla catturata è
meglio che un piccione giù in picchiata!'" (Paolo)
Questo è il livello post pranzo della compagnia, a partire dal sottoscritto, che ha mezza faccia paralizzata dal freddo, ma che non vede l'ora di rituffarsi tra le vie di Varsavia. Sentite come suona bene... Varsavia... Ooooh!
A dire il vero la città somiglia molto al Milano (NO! Ferma Manu! NON RIDERE!!!) Nel senso che non è prettamente turistica, ma il monumentale va ricercato tra le vie, tra i vecchi palazzi di stile ottocentesco, adornati da fregi e colonne e con uno stile tra il neoclassico e il liberty, pesantemente influenzato dagli elementi orientali della vicina e raffinata Russia e resi sobri dal "regime" passato. Una città tra passato e futuro, tra antico e moderno, tra stile e dinamismo... In una parola, Varsavia.
LA SCENA:
Lenno: "Miss... There's a mistake in the bill"
Cameriera: "I don't speak english!"
Lenno: "Well, then... chiama il tuo amico!"
Cameriera: "Okay!"
IL DELIRIO MOZARTIANO DI PAOLO:
"A chi è che piaceva Mozart? Ah si, a Beethoven"
"Simon ha suonato Mozart"
LE FRASI:
"E' inutile ottimizzare il tempo quando si aspetta Paolo" (Lenno)
Claudio: "E' un gelato cacao e limone"
Lenno: "E' un CACONE!"
Mercato, mercato!
Sotto il Palazzo della Cultura c'è un mercatino da vedere, e noi non ce lo facciamo certo scappare... L'unico problema è che ciò che cerchiamo non sembra essere ben visto dai mercatanti locali: alle sole parole "Armata Rossa" la gente fa finta di non sentire, non ascolta o addirittura ci caccia... Niente reperti della "Krasnaja Armia", allora... Pazienza!
Prima di salire sulla torre del Palazzo della Cultura facciamo un nuovo giro del mercato, constatando che somiglia più alla fiera delle scarpe che a quella di Senigallia...
Presto ci accorgiamo di un polverone che si solleva da un vicino spiazzo alberato: è un uomo che insegue un bambino... lo raggiunge... lo atterra e lo tempesta di schiaffi! Claudio vorrebbe intervenire, ma la cosa si risolve in fretta e l'energumeno si allontana. Un tentato furto? Può essere, visto che la madre del bimbo vendeva portafogli...
Dopo la scena Paolo, Manu ed io saliamo sulla torre per vedere un panorama... deprimente! What a sadness! Varsavia somiglia quasi a Torino (c'è pure la Fiat...), ce l'avrà un centro storico?
La risposta è si!
Dopo aver mangiato, il nostro gruppo (Manu, Paolo, il Krapa, Cori, Claudio ed io; Simon e Marta non sono dei nostri perché stamattina sono andati a visitare un ex campo di concentramento fuori città) si dirige verso la cittadella dove, per un attimo, mi sembra di essere tornato a Bratislava: la piazza raccolta, i bar tutti intorno, le case colorate e decorate... Qui ci sono anche le fontane a pompa (belle, sì, ma come fai a bere da solo? La leva è enorme!) e -Spettacolo!- il gruppo folkloristico in costume che si esibisce in sfrenate polke... Proprio bello, così come le vecchie mura, dove i giovani del luogo si siedono nelle antiche guardiole e assistono al "passaggio" dei turisti.
A tal proposito non posso fare a meno di segnalare un episodio che ci è accaduto...Lasciando indietro il gruppo, Claudio ed io abbiamo collaudato una guardiola, venendo adescati da una comitiva di ragazzine ubriache perse. Vedendo che non reagivamo alle loro profferte, le impavide ragazzine sono scese dalla loro nicchia e si sono avvicinate a noi... Dietro di loro, tuttavia, spunta l'inesorabile Cori, che non si era allontanata poi tanto! Sgamati in pieno! Non si può neanche scherzare un po'... Eh va beh, rifacciamoci con le vie del centro, che sembrano così diverse dal resto di Varsavia... Senonché sono piene di naziskin!
Carino l'albergo! Un po' retrò, ma non c'è malaccio, a partire dagli ascensori modello Politecnico, fino alle chiavi magnetiche, alla vista che si gode dal nono (9°!) piano, ai -Udite Udite!- cioccolatini omaggio!
Beh, facciamoci una doccia, poi si vedrà.
Ore 17:10. 'Sticapperi, come è cara Varsavia... Da oggi McDonald's
LE FRASI:
"Sembri una gallina rattrappita" (Marta rivolta a Manu)
"Dal Vangelo secondo Matteo: Gesù vide Matteo che
catturava farfalle e gli chiese: 'Perché catturi farfalle?'
E Matteo rispose: 'Perché una farfalla catturata è
meglio che un piccione giù in picchiata!'" (Paolo)
Questo è il livello post pranzo della compagnia, a partire dal sottoscritto, che ha mezza faccia paralizzata dal freddo, ma che non vede l'ora di rituffarsi tra le vie di Varsavia. Sentite come suona bene... Varsavia... Ooooh!
A dire il vero la città somiglia molto al Milano (NO! Ferma Manu! NON RIDERE!!!) Nel senso che non è prettamente turistica, ma il monumentale va ricercato tra le vie, tra i vecchi palazzi di stile ottocentesco, adornati da fregi e colonne e con uno stile tra il neoclassico e il liberty, pesantemente influenzato dagli elementi orientali della vicina e raffinata Russia e resi sobri dal "regime" passato. Una città tra passato e futuro, tra antico e moderno, tra stile e dinamismo... In una parola, Varsavia.
LA SCENA:
Lenno: "Miss... There's a mistake in the bill"
Cameriera: "I don't speak english!"
Lenno: "Well, then... chiama il tuo amico!"
Cameriera: "Okay!"
IL DELIRIO MOZARTIANO DI PAOLO:
"A chi è che piaceva Mozart? Ah si, a Beethoven"
"Simon ha suonato Mozart"
LE FRASI:
"E' inutile ottimizzare il tempo quando si aspetta Paolo" (Lenno)
Claudio: "E' un gelato cacao e limone"
Lenno: "E' un CACONE!"
Mercato, mercato!
Sotto il Palazzo della Cultura c'è un mercatino da vedere, e noi non ce lo facciamo certo scappare... L'unico problema è che ciò che cerchiamo non sembra essere ben visto dai mercatanti locali: alle sole parole "Armata Rossa" la gente fa finta di non sentire, non ascolta o addirittura ci caccia... Niente reperti della "Krasnaja Armia", allora... Pazienza!
Prima di salire sulla torre del Palazzo della Cultura facciamo un nuovo giro del mercato, constatando che somiglia più alla fiera delle scarpe che a quella di Senigallia...
Presto ci accorgiamo di un polverone che si solleva da un vicino spiazzo alberato: è un uomo che insegue un bambino... lo raggiunge... lo atterra e lo tempesta di schiaffi! Claudio vorrebbe intervenire, ma la cosa si risolve in fretta e l'energumeno si allontana. Un tentato furto? Può essere, visto che la madre del bimbo vendeva portafogli...
Dopo la scena Paolo, Manu ed io saliamo sulla torre per vedere un panorama... deprimente! What a sadness! Varsavia somiglia quasi a Torino (c'è pure la Fiat...), ce l'avrà un centro storico?
La risposta è si!
Dopo aver mangiato, il nostro gruppo (Manu, Paolo, il Krapa, Cori, Claudio ed io; Simon e Marta non sono dei nostri perché stamattina sono andati a visitare un ex campo di concentramento fuori città) si dirige verso la cittadella dove, per un attimo, mi sembra di essere tornato a Bratislava: la piazza raccolta, i bar tutti intorno, le case colorate e decorate... Qui ci sono anche le fontane a pompa (belle, sì, ma come fai a bere da solo? La leva è enorme!) e -Spettacolo!- il gruppo folkloristico in costume che si esibisce in sfrenate polke... Proprio bello, così come le vecchie mura, dove i giovani del luogo si siedono nelle antiche guardiole e assistono al "passaggio" dei turisti.
A tal proposito non posso fare a meno di segnalare un episodio che ci è accaduto...Lasciando indietro il gruppo, Claudio ed io abbiamo collaudato una guardiola, venendo adescati da una comitiva di ragazzine ubriache perse. Vedendo che non reagivamo alle loro profferte, le impavide ragazzine sono scese dalla loro nicchia e si sono avvicinate a noi... Dietro di loro, tuttavia, spunta l'inesorabile Cori, che non si era allontanata poi tanto! Sgamati in pieno! Non si può neanche scherzare un po'... Eh va beh, rifacciamoci con le vie del centro, che sembrano così diverse dal resto di Varsavia... Senonché sono piene di naziskin!
9 agosto 1997
Paesi dell'est - Diario di viaggio/3
9-8
Ci apprestiamo a partire. Sono le 10:15 e Paolo cazzeggia e ingrassa sedendosi.
La serata di ieri è stata all'insegna del vegetariano, con una sosta in un ristorante specializzato, subito seguita da una fuga per prendere il tram. Eh già, ma siamo senza biglietto. Tre simpatiche signore spagnole ci tranquillizzano e così saliamo di sgamo... Per questa sera è fatta.
Eh già, ma per questa mattina no... Ci alziamo tardi e scopriamo che lo shop dell'albergo è già chiuso, saliamo sul tram senza biglietto... ed è multa! Il controllore che somiglia a Prodi e che porta una fascia rossa tipo SS ci fa un bel verbale di 1000 fiorini. Pazienza!
La mattina passa sul lungo Danubio, alla ricerca del Palazzo del Parlamento per poi spostarci verso la Vaci Ut (che NON E' la Vaci Utca), il luogo dell'appuntamento con Claudio. Il posto è però fuori mano e non risulta sulle carte che abbiamo. Complice un disguido di orari perdiamo Claudio e decidiamo di muoverci da soli verso Piazza degli Eroi, dopo uno spuntino da McDonald's. Il sole spacca le pietre, ci sono 35°, ma continuiamo lo stesso e, con una metropolitana che sembra più il trenino della Lego® raggiungiamo la sopracitata piazza; visitiamo poi il parco con annesso laghetto e ci rimpinziamo di acqua ed Enervit.
Abbiamo poi modo di incontrare un gruppo di Emiliani con cui ci mettiamo subito a scherzare. E' curioso, ma a Budapest pare ci siano più italiani che ungheresi. Salutati gli emiliani riprendiamo il nostro giro... Non mi viene permesso di visitare il museo dell'aviazione (Ueeéh, Ueeéh!!!) ma mi consolo facendo una foto ad una splendida barista. All'uscita del parco... Ehi, ma quella non è Corinna? Ma sì. è lei! E' incredibile, abbiamo ritrovato i due dispersi,
Purtroppo però, l'incontro con Claudio non è solo foriero di buone notizie: apprendiamo infatti che il treno per Varsavia partirà da una stazione diversa da quella in cui siamo arrivati. L'unica cosa da fare è controllare e così facciamo: è vero, dovremo prendere il treno in una stazione fuori mano, ma raggiungibile. Al ritorno Paolo ed io ne approfittiamo per acquistare quattro mele da mangiare a crepapelle questa sera.
La serata di ieri è stata all'insegna del vegetariano, con una sosta in un ristorante specializzato, subito seguita da una fuga per prendere il tram. Eh già, ma siamo senza biglietto. Tre simpatiche signore spagnole ci tranquillizzano e così saliamo di sgamo... Per questa sera è fatta.
Eh già, ma per questa mattina no... Ci alziamo tardi e scopriamo che lo shop dell'albergo è già chiuso, saliamo sul tram senza biglietto... ed è multa! Il controllore che somiglia a Prodi e che porta una fascia rossa tipo SS ci fa un bel verbale di 1000 fiorini. Pazienza!
La mattina passa sul lungo Danubio, alla ricerca del Palazzo del Parlamento per poi spostarci verso la Vaci Ut (che NON E' la Vaci Utca), il luogo dell'appuntamento con Claudio. Il posto è però fuori mano e non risulta sulle carte che abbiamo. Complice un disguido di orari perdiamo Claudio e decidiamo di muoverci da soli verso Piazza degli Eroi, dopo uno spuntino da McDonald's. Il sole spacca le pietre, ci sono 35°, ma continuiamo lo stesso e, con una metropolitana che sembra più il trenino della Lego® raggiungiamo la sopracitata piazza; visitiamo poi il parco con annesso laghetto e ci rimpinziamo di acqua ed Enervit.
Abbiamo poi modo di incontrare un gruppo di Emiliani con cui ci mettiamo subito a scherzare. E' curioso, ma a Budapest pare ci siano più italiani che ungheresi. Salutati gli emiliani riprendiamo il nostro giro... Non mi viene permesso di visitare il museo dell'aviazione (Ueeéh, Ueeéh!!!) ma mi consolo facendo una foto ad una splendida barista. All'uscita del parco... Ehi, ma quella non è Corinna? Ma sì. è lei! E' incredibile, abbiamo ritrovato i due dispersi,
Purtroppo però, l'incontro con Claudio non è solo foriero di buone notizie: apprendiamo infatti che il treno per Varsavia partirà da una stazione diversa da quella in cui siamo arrivati. L'unica cosa da fare è controllare e così facciamo: è vero, dovremo prendere il treno in una stazione fuori mano, ma raggiungibile. Al ritorno Paolo ed io ne approfittiamo per acquistare quattro mele da mangiare a crepapelle questa sera.
LE FRASI:
"Ma non possono essere cavalli veri! Guarda come sono piccoli e rigidi!" (Paolo, parlando di due pony)
"Guarda che sono dentro alla minchia e se apri, cazzano!" (Paolo, spiegando il precario equilibrio delle mele nel frigorifero)
Paolo è in ritardo.
Abbiamo mangiato all' "Apostolok"... Che lusso!!! Paolo cazzeggia, abbiamo perso il tram, ma Fabio ed io non vogliamo perdere anche la forza d'animo e cominciamo ad andare a piedi. Incontriamo della gente che... si mette a correre! Tafferugli?? Panico?? No! E' l'ultimo autobus... Ali ai piedi ed è fatta!
Abbiamo mangiato all' "Apostolok"... Che lusso!!! Paolo cazzeggia, abbiamo perso il tram, ma Fabio ed io non vogliamo perdere anche la forza d'animo e cominciamo ad andare a piedi. Incontriamo della gente che... si mette a correre! Tafferugli?? Panico?? No! E' l'ultimo autobus... Ali ai piedi ed è fatta!
10-8
Obiettivo Isola Margherita ed i suoi parchi, non prima di aver scaricato i bagagli al deposito della stazione Keleti. Marta e Simon si appartano, noi sei proseguiamo per la nostra strada decisi a "svaccarci" da qualche parte. In realtà compiamo una lunga passeggiata tra fiori e alberi, cercando di capire il funzionamento delle fontanelle e degli innaffiatori che, per quanto vi si passi vicino non ti bagnano mai; L'unica sosta che ci concediamo, eccetto quella per pasto e "antipasto" è su un prato dove ci accingiamo a consumare delle banane da poco acquistate. Visto che la mia si sbuccia da sola lascio perdere.
Il viaggio in treno verso Varsavia è caratterizzato da una combattuta partita a Risiko che ha visto Paolo vincitore dopo un combattuto testa a testa con me... A dire il vero devo la mia sconfitta soprattutto alla mia dabbenaggine, poiché ho ribaltato per sbaglio il tavolino con tutte le carte... Eh va beh, c'è poco da ridere (vero Manu?). Ma è già ora di andare a nanna. Si dormirebbe anche bene, senonché ci svegliano ogni due ore per il controllo passaporti...
Arriviamo a Varsavia la mattina dell' undici e invadiamo pacificamente l'albergo che, questa volta... Tah Daaah! è in centro.
Il viaggio in treno verso Varsavia è caratterizzato da una combattuta partita a Risiko che ha visto Paolo vincitore dopo un combattuto testa a testa con me... A dire il vero devo la mia sconfitta soprattutto alla mia dabbenaggine, poiché ho ribaltato per sbaglio il tavolino con tutte le carte... Eh va beh, c'è poco da ridere (vero Manu?). Ma è già ora di andare a nanna. Si dormirebbe anche bene, senonché ci svegliano ogni due ore per il controllo passaporti...
Arriviamo a Varsavia la mattina dell' undici e invadiamo pacificamente l'albergo che, questa volta... Tah Daaah! è in centro.
LE FRASI:
"Che brutto destino gli scacchi: mangiano dappertutto e poi diventano matti" (Lenno)
"Se la navigazione è una tecnica, Il furto è una scienza" (Lenno)
7 agosto 1997
Paesi dell'est - Diario di viaggio/2
7-8
Sono le 11:24 e siamo sul treno diretto a Budapest, ma non c’è buio pest (battuta di Krapa), anzi il sole brilla, fa bello, spuntano i fiori. Paolo si accanisce con i videogames, mentre si fa strada l’apatia. Abbiamo di fronte un altro paio d’ore di viaggio e poi… Ta Daaah! Budapest!
LE FRASI:
“Fai la faccia scazzata, non il cazzo sfacciato” (Paolo)
“Ci deve essere una logica nella distruzione” (Krapa)
15:50. Siamo appena arrivati all’hotel Ventura, che si trova, manco a dirlo, ad un bel po’ di strada dal centro; comunque questa volta ce la facciamo senza multe e ci insediamo subito nelle due stanze triple assegnateci (non tre doppie!).
Niente lusso bratislavo, ma tre sobri letti “in batteria” e tinte pastello alla mobilia. Non c’è male. HIDDA!
Digressione: prima di arrivare alla stazione Nyugari, facciamo amicizia con tre pittoreschi individui che ci offrono il loro “tonik”; non l’acqua tonica che indica l’etichetta, ma vodka, per poi invitarci ad un secondo giro di bevute con del sidro mascherato da Fanta… Boys, che mazzata… A digiuno, poi! Buono però quel sidro…
Niente lusso bratislavo, ma tre sobri letti “in batteria” e tinte pastello alla mobilia. Non c’è male. HIDDA!
Digressione: prima di arrivare alla stazione Nyugari, facciamo amicizia con tre pittoreschi individui che ci offrono il loro “tonik”; non l’acqua tonica che indica l’etichetta, ma vodka, per poi invitarci ad un secondo giro di bevute con del sidro mascherato da Fanta… Boys, che mazzata… A digiuno, poi! Buono però quel sidro…
23:10 –BURP!-
Un infernale gara culinaria è stato il tema della prima serata a Budapest: Paolo ed io abbiamo ordinato il piatto della casa (il “fatal”…), una montagna di carne, patate, riso e verdure. Naturalmente ce l’abbiamo fatta anche stavolta, tra gli sguardi schifati di tutti, anche quelli di Claudio e Corinna, incontrati per l’occasione proprio oggi di fronte al Burger King dove poche ore prima avevamo consumato tutti un lauto “antipasto”.
Il termine del pasto è stato consumato con un fragoroso brindisi al gridi di… Hidda!
Il sole tramonta su nuove Gesta di Eroi!!!
Un infernale gara culinaria è stato il tema della prima serata a Budapest: Paolo ed io abbiamo ordinato il piatto della casa (il “fatal”…), una montagna di carne, patate, riso e verdure. Naturalmente ce l’abbiamo fatta anche stavolta, tra gli sguardi schifati di tutti, anche quelli di Claudio e Corinna, incontrati per l’occasione proprio oggi di fronte al Burger King dove poche ore prima avevamo consumato tutti un lauto “antipasto”.
Il termine del pasto è stato consumato con un fragoroso brindisi al gridi di… Hidda!
Il sole tramonta su nuove Gesta di Eroi!!!
LA FRASE:
“Ci troviamo al parco stronzo” (Paolo)
8-8
Grande giro in quel di Buda: si comincia con la cittadella dopo una salita-scalata che ci lascia senza fiato. Dopo aver gustato una provvidenziale bottiglia d’acqua all’ombra del monumento alla libertà (definito da Claudio “monumento alla vittoria mancata”), ci muoviamo verso la fortezza dove possiamo saziare l’udito gazie ad uno splendido assolo di violino di una strumentista. Subito dopo percorriamo in lungo e in largo il museo stroico ungherese, in cui c’è davvero tutto: dal neolitico ad oggi, il tutto in una splendida cornice medievale data da questa antica fortezza a strapiombo sul Danubio (il che non è esattamente vero, ma la frase ci sta bene). Dopo il pranzo avviene l’impossibile: Paolo mi convince a scambiare la maglietta con la sua canottiera perché non vuole scottarsi; risultato: Nello-versione-terrorista-basco si ritrova a viaggiare con canottiera mimetica e cappellino militare. Ritroviamo Caludio e Corinna davanti al museo militare e tutti insieme andiamo al Budavari Labirintus. Sembra di essere all’interno di “Doom”: l’ambiente è identico e cè persino la colonna sonora! Statue di cera e catene penzolanti creano atmosfera (imperdibile la gigantesca testa del re mezza sprofondata…)e negli ambienti più grandi si trovano troni, fontane e simili, il tutto condito da musica barocca. C’è proprio tutto: il buio quasi totale, l’umidità che cola dalle pareti… Un’esperienza da ricordare!
LA FRASE:
“Ricordati che la navigazione non è una scienza, ma una tecnica” (Claudio)
Divagazione: abbiamo incontrato un simpatico negoziante alla cittadella, che esponeva orgogliosamente lattine con l’oscura definizione “L’ultimo respiro del comunismo”. Alla domanda su cosa fossero, quello ci risponde con voce roca e solenne:
“ARIA!”
Era uno scherzo ungherese.
“ARIA!”
Era uno scherzo ungherese.
Divagazione 2: in quello stesso negozio c’era un uomo dal profilo identico a Bill Clinton!
Dopo il labirinto, in cui siamo riusciti a rientrare grazie ad uno sgamo (ho.. ‘scassinato’ la porta) siamo tornati indietro verso la chiesa di S.Mattia e il bastione dei pescatori, ma non avevamo più tempo per trattenerci a lungo… Sarà per un’altra volta? Marta e Simon non sono tornati in albergo con noi… Ci aspettano con Claudio e Corinna presso il maestoso ponte edificato dalla compagnia Eiffel…
Un’altra sera sta per iniziare a Budapest.
Un’altra sera sta per iniziare a Budapest.
4 agosto 1997
Paesi dell'est - Diario di viaggio/1
19.14: HIDDA!!!
20.15: PARTENZA!
Dopo aver scambiato le cuccette con un gruppo di giapponesi in modo da poter stare tutti insieme, attendiamo con ansia di poter avvertire di ciò il controllore mentre scivoliamo tra paesaggi e binari tipicamente padani
FRASI:
“E il treno è partito” (Simon)
“I’m doing an interrail” (Paolo, cantando sulle note di ‘ Singin’ in the rain’)
5-8
10.25: Siamo arrivati a Vienna; dopo una lauta colazione a base di pollo e Coca-cola (!) ci apprestiamo a cazzeggiare in questa specie di Burghy della stazione…
15.25: WHAT A BIG PIG!
Stiamo andando a Bratislava. Brrrr…atislava… Rabbrividiamo!
Krapa mi ricorda che oggi si è svegliato con i piedi bagnati, Paolo sta per andare tutto in cancrena, mentre io mi ritrovo la maglietta sporca di…caffè? Strano… non ho bevuto caffè, dormendo! Ehi, ma siamo ad Aspen! Forse ci sono gli Aspennini…
16.25
Ci siamo finalmente ristorati con una doccia corroborante nella nostra camera dell’ Hotel Bratislava, che, per inciso, sorge in una zona un po’ squallida… Comunque l’albergo è lussuoso: abbiamo due stanze per ogni camera, infatti disponiamo di un salottino e di due bagni; Simon, Manu e Marta sono nella camera di fronte, camera con medesime caratteristiche.
Si però… Ragazzi! L’hotel è spazioso, ma che fatica per raggiungerlo.
Abbiamo passato la solita trafila dei cambi alla stazione e, recuperata una cartina ci siamo fiondati nel traffico cittadino con un po’ di incertezza… l’hotel è piuttosto lontano.
Un autista di pullman volenteroso ci indica il tram da prendere, ma… ORRORE, BRIVIDO, RACCAPRICCIO! I biglietti li abbiamo fatti, ma solo per noi, NON PER GLI ZAINI !!! Uno spietato controllore ci “sgama” e ci fa scendere subito, minacciando una multa di 700 corone (!) ciascuno.
700 corone per un biglietto che ne costa 3 è un po’ pesante… Fatto sta che, alla fine, il controllore accetta di dimezzare la cifra. In pratica ci spiega che, per contratto il controllore intasca la metà della cifra di ogni multa che emette; così il nostro solerte funzionario accetta di chiudere un occhio purché possa tenere la sua parte. Così, con 350 corone in meno a testa (circa 18.000 lire) il buon uomo ci accompagna a comprare i biglietti che servono. Cominciamo bene!
00.33: che serata!
Cominciamo recandoci in centro a piedi, alla ricerca di un centro commerciale che poi si rivelerà chiuso. –SORPRESA, SORPRESA- Ci taglia la strada una ragazza con la maglietta del Politecnico di Milano !!! Che sia segno del destino? Comunque non tutti i mali vengono per nuocere: troviamo infatti un buon ristorante vicino alla piazza del centro e, nonostante l’aria di lusso che vi si respira, spendiamo davvero poco e ci facciamo subito riconoscere: Paolo fa una strage di crocchette (alcune sono rimaste sul pavimento) mentre io ordino una bottiglia d’acqua dopo l’altra (accidenti, ma perché le fanno solo da 33cl ?).
Segue una tranquilla birra in un locale lì vicino –un’ottima birra per la cronaca- e il ritorno a casa un po’ rocambolesco… Eh sì, perché il famoso tram n. 8 passa per l’ultima volta alle 23:17 e noi siamo già in ritardo… Pazienza e autoscarpa… Ce la facciamo a piedi (e meno male, visto che abbiamo scoperto che la tariffa notturna dei tram è doppia; rischiavamo un’altra multa…).
Tutto sommato Bratislava è gradevole, anche se deserta alle prime ore della notte e piuttosto buia, nonostante le vie del centro illuminate da futuristici fasci laser verdastri.
6-8
IO NO, IO NO, IO NO…
Stacchetto musicale per introdurre questa visita a Bratislava; sono le 19:30 e siamo appena tornati in albergo; Simon e Marta sono rimasti in centro e presto spiegherò il perché. Tutto comincia questa mattina alle 9:30 circa, quando ci rechiamo a far colazione con i tipici prodotti locali (succo di mirtillo, caffè molto, ma mooolto lungo, pane e gianduia – YUUHUUH!!- e yogurt scaduti) per poi buttarci in strada armati da cartine multiple e guide turistiche.
Simon si dimostra un ottimo chiedi-informazioni, tant’è che troviamo subito il castello (che qui si dice “Hrad”) la chiesa parrocchiale. La salita al castello è lunga, ma compensata dai musei che vi troviamo una volta arrivati: per poche corone (Sconto Studenti!) abbiamo accesso ad una mostra di costumi teatrali, ad un’ esposizione degli antichi “mestieri” (fabbri, orafi, calzolai…) con prodotti più o meno tipici, ad una rassegna di mobili antichi e molto altro, tra cui alcuni “tesori” ed il museo degli orologi (imperdibile quello a forma di cattedrale).
Una volta visitata la cripta del pozzo, Krapa decide di lanciarvi una monetina, seguendo il nostro esempio; i suoi Pfenning tedeschi, però, emettono un rumore sordo e cupo a contatto con l’acqua, convincendoci ad andare via.
Il pranzo ha luogo alle 15:00 in una bella taverna caratteristica del luogo. Marta e Simon optano per un McDonald… Ci raggiungeranno poi, in tempo per seguirci in un’ odissea bancaria volta al periglioso e complesso compito di cambiare i travellers-chèques.
Solo tre ore dopo, infatti, troviamo una banca che effettua il servizio ed è veramente una banca coi controfiocchi: al suo interno ci sono bar, empori, piante e persino un laghetto con tanto di ponte, per non parlare delle fontane e delle statue di “intellettuale-distratto-che-guarda-orologio” e “signorina-attraente-in-posa-equivoca-accanto-a-lampione”.
Nel frattempo Marta e Simon hanno rinunciato a seguirci e sono andati al centro commerciale, che ieri avevamo trovato chiuso, per prendere delle bibite; ci incontreremo con loro solo per prelevare le bottiglie: mentre noi ci riassestiamo in albergo, loro passeranno una romantica serata in centro.
Il centro… Davvero bello col suo campanile che batte le ore non con semplici rintocchi di campane, ma con melodie di Xilofono ben più complesse e appaganti, come è successo oggi quando siamo stati investiti dalla musica mentre Paolo e Manu sceglievano il loro Anello di Legno.
Al ritorno, un gruppo di ragazze ci saluta con simpatia… Ci prepariamo ad un’altra serata a Bratislava!
01:00
Belle donne - Mangiato tanto – Perso tram – Stanchi – Bottiglia acqua con Enervit® - Buonanotte!
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