18 ottobre 2004

Elettrodomestici

Problemi con gli elettrodomestici?

Non andate mai a dormire con la lavastoviglie accesa! Non fatelo mai! E' scientificamente provato che un qualsiasi elettrodomestico, che si comporta nel modo più mansueto possibile mentre lo si fissa, manifesterà bizzarrie incomprensibili se ignorato. Addirittura commetterà misfatti se abbandonato a se stesso, nonostante le promesse di automazione delle istruzioni. Succede quando vengono venti amici a cena, quando finisci tardi e quando non hai certo voglia di lavare una montagna di piatti e bicchieri e ficchi tutto in lavastoviglie... Poi vai a dormire... che diamine, sono le tre...
Il risveglio è brusco e drammatico: il rumore della lavastoviglie è tuttora presente... vuol dire che ha funzionato per tutta la notte, con un consumo energetico pari a tre volte la città di Los Angeles... Perché non si è spenta? Mistero. Fatto sta che non solo va ancora, ma non sa più dove scaricare l'acqua (essendosi intasati i tubi), la quale, allegramente straborda dal lavandino. Morale cucina allagata.
Non ci si perde d'animo: si apre la lavastoviglie (sulle istruzioni dicono di non farlo mai quando è in funzione), si brancola nella nebbia e nel vapore cercando di respirare per qualche minuto (e mentre gli occhiali si appannano irreversibilmente), poi si spegne tutto... Ma nel frattempo l'acqua esonda ancora, che fare? Ideona: presa la pentola più grossa che avete, immergetela nel lavandino a mo' di mozzo-sulla-nave-che-affonda e... Urlo. Acqua rovente.
Nel panico e nel dolore, l'acqua (e la pentola) vengono proiettate in giardino, dove tra rumore e fumo, saranno notate dal vostro vicino che, se ancora non vi crede pazzi, si convincerà del tutto, ascoltando i vostri improperi in quindici lingue.

4 ottobre 2004

Ballerina maldestra

E' passata solo una settimana dalla caduta a casa di Max, ma la caviglia è a posto...Stasera posso uscire tranquillo! Manco a farlo apposta, mi telefona Ryan proponendomi un'alternativa per la serata. Ora, conoscendo le proposte di Ryan, ogni volta che mi telefona, ho pronto un congegno da me definito "panzanometro" o "misuratore di vaccate" che stabilisce quanto sono grandi le palle che mi vengono raccontate. La telefonata inizia così (in grassetto sono segnati i valori del panzanometro):
"Ciao Tyreal, ti va di conoscere un po' di modelle?"
"Certo!" (p.: -100)
"Allora ascolta: sono in contatto col proprietario di una discoteca (p.: +200), un posto dove vengono spesso un sacco di ragazze immagine (p.: +500) e stasera ci ha invitato ad andare lì (p.: +900), così magari si combina qualcosa. Ti va?"
"Beh, è interessante...Dov'è il posto?"
"E' a XXXXX, un po' lontano, ma so arrivarci (panzanometro: fuori scala). Allora?"
"Si può fare (il tono della voce è restio, ma Ryan non se ne accorge)"
"Perfetto...Passi per le nove?"
"(sospiro) Okay!"

Alle dieci arriviamo al locale, che sembra veramente enorme e affollato, poi entriamo e...scopriamo che il locale è piccolo e affollato! La pista da ballo è ricavata di fortuna al centro della sala e i grossi amplificatori servono come "cubi di emergenza" per le ragazze più disinibite. Il "proprietario del locale" si rivela essere uno dei baristi, mentre tutto il raduno di gente è rappresentato dagli studenti del paese qui vicino...Tutti un po' troppo sbarbati rispetto a noi. Non che mi aspettassi di trovare davvero il club delle modelle, ma un'ora di viaggio per un locale del genere me la sarei risparmiata: dalle nostre parti ce ne sono molti di più. Mentre ammiro Ryan che se ne sta immobile in mezzo alla pista accennando qualche movimento ritmico con le spalle, decido di tampinare una delle cubiste improvvisate, in notevole microgonna ascellare, così tanto per ingannare il tempo. Ad un certo punto le chiedo se vuole scendere, consapevole che non lo farà mai; quella mi spiazza accettando la proposta, e si appresta a saltare giù dal cubo! Meravigliato, non mi accorgo che la giovane bionda mette il piede in fallo (il cubo era, dopotutto, un amplificatore Marshall, non progettato per saltellarci sopra) precipitando verso di me. Cerco di afferrarla, ma non sono troppo destro e finisco solo per rallentare la sua caduta...Che va a terminare dritta sulla mia caviglia destra! All'impatto tra scarpa zeppata (peso approssimativo stimabile in quintali) e gamba già provata (ricordate la caduta da Max?) caccio un urlo che si rende udibile solo all'intervallo tra un "tunz" e l'altro e mi allontano zoppicando, senza degnare di uno sguardo la ballerina killer. Ryan non si accorge di nulla e quando gli racconto cosa è successo non ci crede. La prossima volta darò retta al panzanometro®