14 gennaio 2008

Blues delle tre di notte

Milano alle tre del mattino è come un gigante addormentato.
Mentre vedevo "Io sono Leggenda" non facevo che pensare all'analogia tra una New York post apocalittica e deserta e la Milano da bere delle tre del mattino.
Quella Milano fa parte di me, da un po'... Se chiedessero di descrivermi con un'immagine sarebbe difficile sceglierne una sola, ma nel marasma di foto che ritraggono qualcosa di mio, ce n'è sicuramente una di due mani sul volante, di notte, tra semafori lampeggianti, la radio accesa su chissà quale mp3 e lì nell'angolo un angolino di coscia di... Di chi? Non importa, non importa quasi mai, di solito è qualsiasi. Il che è brutto da dire se si pensa che di solito sotto una gonna non c'è solo malizia, ma una persona con pensieri e sentimenti.
Non me ne vogliano quei pensieri e quei sentimenti, non mi appartengono e non mi sono mai appartenuti. Guardando al passato su quel sedile ci potrebbe essere chiunque. Non nessuna, perché non mi descriverebbe correttamente, ma nemmeno qualcuna, perché ahimé nemmeno questo lo farebbe.
E così il sabato notte è ancora una volta un'istantanea uguale a mille altre, tanto uguale che mi entra nelle ossa.
Guardo i suoi capelli... neri, lisci... Odio ammetterlo ma mi perdo spesso nei miei clichés e cerco più o meno inconsciamente le stesse emozioni in mondi diversi.
Silenzio.
Un'altra istantanea del mio carattere. Curioso come il suo silenzio voltato verso il panorama che sfugge dal finestrino sembra descrivere perfettamente quello che è un mio aspetto. in questo caso le parole sono sempre di troppo ed escono quasi arrugginite quando mi sforzo di pronunciarle.
Per cosa ti ho cercata stavolta? Chi sei tu?
Ma è fuggita. Un'istantanea.
Una foto. Mani sul volante. Semafori lampeggianti. Radio accesa. Un angolo di coscia. Di chi non importa.
Perché un'altra non importa, non è mai quella giusta.