Sosta di rito a Jonköping per le foto ai fiori gialli che riempiono campi sterminati e poi via fino a Lund, città tra le più antiche della Svezia, ma stavolta caratterizzata più che altro dalla pioggia battente, passando poi per Granna Visingo, presso un castello che non vedremo mai, a causa di difficoltà nell’interpretare le indicazioni turistiche!
E torniamo a Copenhagen, attraversando e fotografando il ponte sull’ Ørendsund e tornando alla città che ancora una volta è coperta da nubi piovose… Non troviamo un ostello nemmeno a piangere in danese, sarà perché è venerdi, e siamo costretti a prendere una stanza in periferia. L’ufficio del turismo ci da l’indirizzo sbagliato e ci perdiamo; telefoniamo alla signora che gestisce il b&b e ci facciamo fare lo spelling dell’indirizzo corretto: un coacervo di J,Y,V,H e simili, per un totale di una trentina di lettere.
E’ incredibile, ma arriviamo senza intoppi (grazie al navigatore, sia lodato il suo inventore) e la nostra ospite si rivela essere giovane, sulla trentina. Non uno splendore ma… va bene, va bene, bando ai pensieri sconci!
La stanza è carina, grande e completa di tutto, un po’ uno spreco per una sola notte, ma vabbé…
Approfittiamo delle ultime luci del giorno per andare alla Sirenetta nella zona del porto… Incontriamo anche un gruppo di genovesi pronti ad imbarcarsi in una crociera verso S.Pietroburgo e insieme ammiriamo la statua, persa in mezzo a un molo portuale commerciale.
Bella, niente da dire, ma assolutamente non valorizzata… Un degno simbolo di Copenhagen.
Alla fine la mazzata serale: non abbiamo nessun puntelo in Germania, quindi l’ultima tappa è in forse, non sapendo dove andare a dormire.
Decidiamo di fare la tirata.
Copenhagen-Milano con soste dove capita, con escursioni a Frankfurt, Baden Baden, Strasbourg, al lago di Altdorf e poi via via fino a casa, dormendo solo un po’ di straforo in aree di sosta tedesche gestite da autoctoni a volte maleducati, a volte gentilissimi.
E l’arrivo, ormai stravolti.
A volte non conta la destinazione, ma il viaggio.
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