13 agosto 2007

Svezia/1 Milano-Frankfurt

E’ difficile iniziare un diario di viaggio quando il viaggio è già cominciato da quattro giorni. Sembrano passati mesi, in realtà, da quando siamo partiti.
Milano-Stoccolma in auto, pazzia?
Forse.
La mia silenziosa compagna di viaggio non stacca gli occhi dalla strada. Servono compagni di percorso con nervi saldi per sopportare gli screzi che inevitabilmente sorgeranno in giorni di convivenza forzata… ce li avremo? Potremo dirlo solo alla fine…
Eppure adesso sono qui, di fronte al palazzo imperiale di Gamla Stan a vedere un tramonto interminabile.
E’ un bel posto, l’ostello è proprio di fronte alla cità vecchia, la si abbraccia con la vista quasi nella sua interezza e tra me e il palazzo imperiale c’è solo uno stretto canale frequentatissimo di battelli di ogni tipo, comprese grosse navi da crociera…
Un momento, un momento, andiamo con ordine e partiamo dall’inizio. Torniamo alla partenza, che come molte altre partenze si concentra nel rito dello Stipaggio del Bagaglio e nel lasciarsi alle spalle le zone conosciute per addentrarsi lentamente verso paesi che si conoscono meno.
E’ Friburgo la nostra prima tappa, quasi a celebrare l’ingresso in Germania lasciandosi alle spalle i Cantoni Federali Extracomunitari altrimenti noti come Elvezia (cfr. De Bello Gallico), caratterizzati da un panorama bello ma anonimo, forse viziato dalla mia idea grigia della Svizzera o da una certa frenesia nel voler andare, vedere, arrivare e lasciarsi indietro.
Friburgo, si diceva.
Avevo già visto questa bella cittadina, ma in una giornata piovosa per una visita di corsa… questa volta è andata meglio: un bel sole ci ha concesso di vederla per bene… Ma cosa c’è qui oggi? Sembra una sorta di ricorrenza religiosa, anche se in realtà si tratta della Festa di Primavera e decine di ragazzini a metà tra boy-scout e chierichetti sfilano in città, dalla piazza del nuovo Rathaus fino alla cattedrale gotica di arenaria rossa , la stessa arenaria di Notre Dame de Strasbourg, che è di fatto a pochi chilometri da qui. Girare la città è anche guardare i curatissimi canaletti di scolo dell’acqua che corrno ai lati di ogni strada, veri fiumiciattoli limpidi, è visitare viuzze curiosamente simili ai carrugi liguri ma investiti dall’ odore di pietanze di ogni tipo, vista la quantità di affollati ristoranti e bistrot stipati in ogni angolo della città vecchia, magari con vista sul fiume, quello vero. Friburgo si gira in un oretta, il tempo di saziarci con un bretzel e di fare foto a scorci caratteristici, e poi siamo di nuovo in auto, alla volta di Frankfurt.
Il Tomtom fa il suo dovere e ci porta al quartiere Höcst dove abita una vecchia amica che ci ospiterà per la notte.
Monica è felice di vederci e si dimostra un’impeccabile guida, oltreché attenta ascoltatrice. Facciamo una puntatina a Francoforte centro (mitten stadt), dove ammiriamo gli avveniristici grattacieli della city, ci stupiamo dei conigli che girano liberi e tranquilli nei parchi all’ombra dei grattacieli e poi ci perdiamo un po’ nella parte storica.. Proprio in quel giorno si tiene una gara podistica e tutto il centro è affolatissimo: non riusciamo praticamente a vedere la piazza centrale, anche se la riscopriremo al ritorno… riusciamo però a svicolare e a perderci un po’ nelle vie più vecchie, semideserte. La città sembra tenere molto al suo patrimonio storico, ma è indubbio che il cuore pulsante è ormai quello moderno, Francoforte vive di futuro.
Lo storico lo troviamo proprio nella frazione di Höcst, in cui ci dilunghiamo nella serata: case in legno multicolori e decorate, un’aria pulita e a volte fiabesca e tanti scorci da fotografare; in conclusione festa di paese con birra e salsiccia annessa e che fatica far capire alla barista che di birra me ne basta una! Il bicchiere continua a riempirsi! Anche la mia compagna di viaggio solitamente abituata al pasto frugale sembra gradire, sarà merito dela simpatia dei gestori delle bancarelle? Può darsi.
Ed è già il secondo giorno.
[1 - continua]

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