12 maggio 2010

[Il viaggio della speranza /2] Alla conquista del CERN

Time paradox! Sono tornato dalla Scozia e sto scrivendo il diario di Ginevra. Considerato che a settembre dovrei andare a Barcellona, forse allora starò scrivendo il diario della Scozia. Ho il jet lag letterario!
Ma torniamo a noi: eravamo rimasti in una piccola stanza d'hotel con qualche disavventura in corso e la prospettiva di una giornata intensa...


Il Cern è una struttura sotterranea che attraversa quattrocentoventi reami e si estende per otto anni luce, oltre a questo è importante sapere che gli accessi per i turisti sono disseminati sul territorio, in luoghi più o meno accessibili a chiunque abbia passato il ventesimo livello di addestramento ninja.
In realtà l'ingresso è a venti metri dall'albergo, ben illuminato da insegne e indicazioni di ogni tipo, ma noi non lo vediamo e preferiamo inoltrarci per le avveniristiche vie della metropoli e... chiedere ai passanti, consci della proverbiale e memorabile ospitalità e cordialità degli svizzeri... francesi... tedeschi... dov'è che siamo qui? Beh, sicuramente saranno ospitali.

E' impossibile: forse per via della vicinanza al CERN stesso siamo come sfasati dalla realtà esterna, e i passanti non ci vedono né ci sentono, specialmente se personificati in un curioso autista con lenti alla Filini che, aggrappato al volante, non sembra volersi distrarre nemmeno per un attimo dalla strada, poco compatibilimente col fatto che la sua auto è ferma e spenta.
Poco male, il giro sarà comunque fruttuoso e il centro di ricerca è lì davanti a noi! All'ingresso ci attende il nostro contatto all'interno, uomo di profonda cultura e conoscenza, plurilaureato in ogni disciplina che riguardi la distruzione dell'universo in pezzi sempre più piccoli, nonché in ingegneria, e talmente dedito alla sua missione da sposare un'astrofisica. Un grande. Non potendo rivelare la sua identità per ovvie procedure di sicurezza, lo chiameremo per convenzione Ing. Simone Gilardoni.
Adesso torno un attimo normale e smetto il tono surreale con cui sto scrivendo questo resoconto per parlare seriamente del Cern e dell'attività di chi vi lavora, perché ne vale la pena e perché i numeri di alcune grandezze qui trattate sono davvero esagerati e parrebbero soltanto delle grandezze sparate a caso, nel contesto del resoconto goliardico.
Il centro si trova tra Svizzera e Francia e si estende per gran parte nel sottosuolo, dove sono posizionati sette acceleratori di particelle, dai primissimi LINAC di tipo lineare, al recente LHC ad anello, lungo 27 chilometri. Nato inizialmente come centro di ricerche sull'energia nucleare (da qui l'acronimo CERN) è diventato oggi il più grande laboratorio per lo studio della fisica delle particelle e conta a tutt'oggi il contributo di venti nazioni per il proprio sviluppo. Le ricerche che si svolgono qui hanno davvero del fantascientifico: non terrificanti esperimenti a discapito dell'umanità come vorrebbero tanti giornalisti ai limiti del demente, ma seria ricerca, con esperti di differenti paesi e risultati straordinari fruibili anche dalla gente comune. Il World Wide Web è nato qui, tanto per intenderci.
Una delle cose fantastiche di questo posto, è che è liberamente visitabile, i risultati tranquillamente osservabili da chiunque sull'apposito spazio web e che ci lavora gente preparatissima e simpatica, di ogni parte del mondo, a volte anche di paesi ostili tra loro (è il caso di ricercatori israeliani e palestinesi) ma che qui possono collaborare in pace.
Non starò qui a magnificare le grandezze in termini di megaelettronvolt o tonnellate, perché si possono reperire su qualunque guida specializzata, ma tutto quel che mi preme da dire è che il centro merita assolutamente una visita! E' territorio neutrale, come se fosse l'ONU, vi si possono trovare bizzarri veicoli a pedali o elettrici come se fossero normali automobili e non mancano le curiosità tipiche da "scienziato malato", come la ricerca dell'Assione.
Che cos'è l'assione? Io non sarei in grado di rispiegarlo come è stato spiegato a me, forse perché dormivo, ma da quel che si può intuire trattasi di particella, anzi di ipotetica particella elementare che, se effettivamente scoperta, darebbe una soluzione a un particolare problema dell'attuale fisica. Dato che questa particella laverebbe via tanti problemi, si è deciso di chiamarla Axion, semplicemente perché è il nome di una... marca di detersivo! E come buon auspicio, un fusto di tale detersivo è tuttora appoggiato al macchinario utilizzato per la ricerca sperimentale. Se non sono ingegneri non li vogliamo!
Ah, manca la risposta alla domanda fondamentale! COSA FANNO esattamente al CERN? La risposta... è in questo video:


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