10 maggio 2010

[Il viaggio della speranza /1] Ginevra o morte

Quel marzo 2010 fu speciale.
Si riunirono a MilanoCity equipaggi di ogni foggia ed estrazione sociale: squadre in giacca a cravatta di Armani accanto a scalcagnati accrocchi di tamarri col gel fosforescente, motorhome attrezzatissimi  fianco a fianco a improbabili furgoni rugginosi con petomarmitta amplificata after market e pure burner, autisti attrezzatissimi con navigatore installato nei capelli e motciclisti di ventura che stendevano mappe scaricate da internet tra una moto e l’altra.
Noi eravamo i migliori e, lo dico senza falsa modestia! Al solo sentire i nostri nomi la gente impallidiva dal terrore : Lone Rider, Boxer Imodium, Teo il Rubiniano, Tyreal, Kuno Fox, Igi the Drummer e Mark Fish! Tutti insieme nella possente Voyager  (una specie di incrociatore di terza classe a gas riadattato, capace di staccare pezzi di fascia di ozono ad ogni sgasata) facevamo la nostra porca figura, e forse qualcosa di più.
E si trattava di un viaggio all’insegna dell’avventura, come ai vecchi tempi in cui gli uomini erano veri uomini, le donne erano vere donne e le piccole creature pelose di Alfa Centauri erano vere piccole creature pelose di Alfa Centauri.
Non ci spaventava macinare i milioni di chilometri che ci sepravano dalla meta, perché Lone Rider al volante è uno che ti fa anche dimenticare che stai viaggiando, quando si impegna. Quando si impegna un po’ di più è capace di dimezzare i tempi di percorrenza col trascurabile effetto collaterale di spalmare gli occupanti del veicolo come marmellata sugli schienali dei sedili, ma se non si fa caso a questi dettagli ci si diverte un sacco. E noi ci siamo divertiti un sacco, corpo di mille Giuliette! Lo giuro sulla mia pipa! Superata l’iniziale difficoltà di ancorare un paio di petroliere alla Voyager per garantire la necessaria autonomia, l’unico intoppo di un viaggio altrimenti liscio come l’olio è l’incontro di KunoFox con l’insidiosissima Snowshit.
I viaggiatori più scafati sanno che la Snowshit si annida dovunque, e a poco valgono le precauzioni più elementari o avanzate, quando basta una piccolissima distrazione per caderci in mezzo. E allora l’unica possibilità è il Sasso della Speranza impugnato con coraggio e olio di gomito, noncuranti degli effetti collaterali che sono associati allo stretto contatto con la putrida materia organica... Perché la Snowshit è ricorsiva, diciamo così: in breve richiama se stessa. L’impavido pulitore sa che dovrà poi correre in bagno in preda a inenarrabili spasmi, paragonabili solo a parti trigemellari, il tutto a qualsiasi ora del giorno e della notte... E’ così che The Boxer conquista sul campo il titolo di Imodium, Gran Pulitore dell’Innevato Escremento e salirà sul trono bianco a intervalli casuali per tutti i giorni (e le notti) successive. In realtà conquista anche il meno onorifico titolo di Distruttore di Tappetini, sfogando la sua ira e l’intero pezzo di stoffa contro un innocuo macigno che ancora oggi piange di dolore.
Con qualche fatica in più, un tappetino miracolosamente diviso in due e un paio di quintali di tartare nello stomaco degli occupanti, la USS Voyager riparte alla volta di Ginevra con l’esaltante media di quattrocento litri al chilometro, bruciati tutti più o meno istantaneamente alla ripartenza dal primo casello, perché il Cruise Control ad accelerazione totale è un optional dei più ricercati, e noi non ci facciamo mancare niente.
Il viaggio, seppur sulla carta interminabile e denso di insidie, sembra passare in un istante per un equipaggio scafato come il nostro, e nemmeno i dodici anni luce del Traforo sono in grado di scalfire la nostra corazza di dura malinconia. Anche perché siamo tutti più o meno addormentati.
Ma quale meraviglia l’arrivo all’alloggio ginevrino! A poca distanza dai nostri obiettivi sorge un carcere di calcestruzzo e vetro opaco, con moduli abitativi capaci, secondo il depliant pubblicitario, di ospitare una carovana di sedici lottatori di sumo e relative famiglie in un unico modulo abitativo ricavato all’interno di un guscio di pistacchio, ma fortunatamente il bagno è a parte, in un comodo camino, e noi da bravi campioni galattici di tetris, non abbiamo alcun problema ad incastrarci comodamente, perlomeno fino a quando Kunofox non perde una M&M’s.
Ma sono dettagli! Siamo a destinazione, e il piano della serata prevede la conquista del CERN con annessa grigliata sulle macerie fumanti dell’acceleratore di particelle... Non che volessimo davvero vederlo distrutto e fumante, ma di solito è sempre così di suo per un motivo o per l’altro, e l’idea della grigliata arrideva un po’ a tutti, compreso Imodium, che emetteva versi di sonora approvazione dal suo rifugio improvvisato nella toilette-camino.

[1- continua]

2 commenti:

calendula ha detto...

ho visto al tg che un paio di settimane fa aveva ripreso a funzionare... per quanto non ti so dire.....però... le foto!!!!

Tyreal ha detto...

Oh si, abbiamo ritrovato l'LHC in servizio e funzionante, ma il nostro amico, che lavora lì, ci ha raccontato un po' di guasti che sono capitati negli ultimi anni... delle storie allucinanti (che ovviamente romanzerò nel prossimo episodio). In realtà ci sono più impianti diversi, anche se il più famoso è indubbiamente l'LHC.
Giusto! Devo mettere le foto!!!