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Da come l'ho messa giù, potrebbe sembrare che il viaggio sia stato terribile. In realtà no, è stata una bellissima vacanza e Parigi è ancora una volta una città meravigliosa, forse non come la ricordavo, ma ugualmente meritevole: abbiamo incontrato gente simpatica e cordiale, solo raramente qualcuno un po' spocchioso, abbiamo pasteggiato a specialità tipiche semplicemente deliziose, ci siamo inoltati per viuzze e luoghi meno conosciuti dal turismo di massa anche se ugualmente imperdibili...
Più che altro l'indizio che qualcosa stava andando storto avrei dovuto averlo da quando abbiamo deciso di visitare il Louvre.
Nei cinque giorni in cui sono rimasto, il tempo è sempre stato splendido, fatta eccezione per la giornata di martedi, allagata da un temporale estivo tanto inatteso quanto violento: era l'occasione perfetta per visitare il museo, tappa turistica adeguatamente lunga e tutta al coperto!
Il Louvre ha un giorno di chiusura.
Il giorno di chiusura del Louvre è martedi.
Ecco, questo indizio forse doveva mettermi in guardia: qualcosa doveva succedere...
Ma non ci abbiamo pensato, perché questo piccolo imprevisto ci ha permesso di vedere, in alternativa, il Conservatoire des Artes et des Métiers, museo che sognavo di visitare da quando ho letto "Il pendolo di Foucault" e che merita assolutamente un giro, anche soltanto per la navata della chiesa di Saint-Martin-des-Champs adibita ad esposizione!
Insomma sembrava andare tutto per il verso giusto, addirittura siamo riusciti ad incastrare la visita al Louvre il giorno dopo e a vedere più di quanto avevamo preventivato senza nemmeno scapicollarci, ma anzi con una certa rilassatezza e particolare attenzione a cercare il posticino particolare dove pranzare o l'angolo curioso per scattare la foto.
E venne il giorno.
Mercoledi sera ci muoviamo vero l'aeroporto di Beauvais, piuttosto distante dalla città, sonnecchiando sull'autobus, e soprattutto consci del fatto che solo un check-in ci separa da casa: è stato un bel viaggio, ma abbiamo macinato parecchi chilometri e desideriamo un po' tutti la doccia e il letto...
"C'est pas bon"
Al Check-in scopro che il documento rilasciatomi dalla Gendarmerie non consente l'imbarco, che ho bisogno di un documento apposito rilasciato dall'ambasciata e dal consolato e che per forza di cose devo cambiare il volo, perché non ho materialmente il tempo di andare in ambasciata e tornare all'aeroporto prima del termine ultimo. E anche se l'avessi, l'ambasciata è chiusa e risponde alle telefonate con un patetico messaggio registrato, secondo cui il mio documento di volo è valido!
Comincio una discussione che va dal pacato al furioso, per gradi, scoprendo nel contempo che litigare in francese mi viene piuttosto bene, fino allo scontro col supervisore che non mi lascia speranze.
Ora, io lo so che sfioro il qualunquismo, ma la bionda precisina super-tirata col trucco impeccabile e il tono di voce da rasoiata sulla lavagna è un po' la mia bestia nera ed occasionalmente ne incontro una senza riuscire mai ad averne ragione; è destino che la mia supervisor risponda alla descrizione, così come è destino che quell'aereo resti per me una chimera.
Infatti non lo prenderò mai, e nemmeno i successivi... Resto a guardare i miei amici che si imbarcano e faccio il punto della situazione: resto solo, senza documenti, con pochi soldi (la carta di credito era nel portafoglio rubato), senza alcun alloggio in una città straniera.
Non male.
Mi fiondo alle informazioni per vedere di cambiare il volo, se non è oggi sarà domani e nel frattempo avrò regolarizzato con l'ambasciata, no? Al massimo passerò la nottata in aeroporto o troverò qualcosa di economico... ma sì, inutile lasciarsi prendere dal panico!
Al box informazioni della Ryan Air espongo il problema e scopro che il cambio volo equivale a comprare un nuovo biglietto... morti di fame...evabbé... Accetto, ma il simpatico funzionario, al momento di vendermi l'agognato ticket rifiuta i contanti!
"Solo carta di credito"
"Se mi hanno rubato il portafogli, evidentemente non ne ho una a disposzione..."
"In questo caso non posso fare nulla, non è politica della compagnia"
"Senta... Ha assistito alla situazione e ha visto cosa è successo, se vuole chiamiamo la Gendarmerie o il supervisore... Posso pagare unicamente in contanti, ci dev'essere una scappatoia"
"Beh, per questa volta, ma solo per questa volta posso fare un eccezione..."
Sospiro di sollievo
"...Oh, che peccato, non ci sono voli domani. Nemmeno venerdi. Nemmen..."
Stronzo.
Si! Stronzo! Sibilato in italiano, tanto gli insulti sono comprensibili a tutti.
Punto della situazione: resto solo, senza documenti, con pochi soldi , senza alcun alloggio in una città straniera e senza prospettive immediate di ritorno!
Gli amici sono increduli, ma ormai sono già avviati al'imbarco. Costernati mi prestano un po' di denaro liquido e qualcosa che mi può servire: un blocchetto, una penna, la mappa del metrò...
E poi Max il Santo decide di compiere un gesto eroico.
Quando un amico è un Amico con la A maiuscola fa cose di questo genere... cose per cui non ci si potrà mai sdebitare... Max rinuncia al suo volo e decide di restare con me e di darmi una mano: suo cugino vive infatti a Parigi e potrebbe ospitarci per questa nottata.
Quasi commosso ed esausto lo ringrazio; comincia il piano per la serata e il giorno successivo e il primo passo è tornare a Parigi via pullman per poter prendere la metroplitana prima che la stazione chiuda. Ma sono le 22:30 e l'aeroporto è lontanissimo dalla città. Ce la faremo?
2- Continua.
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2 commenti:
che splendida persona hai al tuo fianco.... che meraviglia gli amici....sono bellissimi...
Persone così sono rarissime
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