29 giugno 2004

Piccoli lavori e scampoli pratesi

Altra storiella di vita vissuta; nessuna premessa, solo la solita doverosa precisazione che tutti i nomi propri sono stati cambiati ecc. ecc....
Enjoy!

Piccoli lavori e scampoli pratesi

Cari amici vi scrivo e siccome siete molto lontani più forte vi scriverò...
Incontro storico quello di domenica... Se il Tyreal è fulminato, che chi sta peggio di lui, ma in fondo è giusto così!
Accadde quindi domenica all'ora di pranzo...
Ero in pizzeria a Milano con amici, intento a parlare del più e del meno, quand'ecco che ti spuntano in sala due ragazze bisognose d'aiuto...
Le due, con accento toscano, ci spiegano che stanno aprendo un nuovo negozio lì accanto e che vorrebbero un po' d'aiuto per allestirlo, poi terminano con una frase del tipo:
"Non è che sc'è tra vvoi chessò... un idrauliho... Un mezzo 'ngegnere..."
Al che, detta la funesta parola ('ngegnere), mi trovo con venti indici puntati verso di me: la compagnia degli amici mi ha tradito subito!
Che potevo fare? Non è da Tyreal lasciare due donzelle (sole, carine e presumibilmente disponibili) in mezzo ai guai quindi...
Quindi dico di sì, incitato dalla folla e conscio delle mie (in)capacità.
Seguo Chiara e Marina verso il negozio e trovo... Un disastro! Ci sono a malapena i muri (scrostati) e un caos indicibile in terra e sulle pareti. Chiedo che c'è da fare e Marina la rossa, la vera leader della situazione, mi accompagna verso il bagno, indicnadomi il problema:
"Vedi, sc'è lo sciacquone hhe non funziona 'bbene... Eppoi qua sotto al lavabo perde...Te sce sai mette 'na pezza?"
Ora, come penso tutti voi sappiate, non ho mai fatto l'idraulico. Certo, m'è capitato di fare qualche lavoretto di carpenteria, ma l'idraulico mai!. Cosa faccio, mi scuso e saluto? Ma neanche per idea! Intanto proviamo, poi che sarà mai... Un fallimento ci può stare, una rinuncia no!
Con piglio sicuro chiedo di chiudere l'interruttore generale dell'acqua, dopodiché mi chino sotto il lavabo e vedo se ci capisco qualcosa... In effetti più che un tubo c'è una canna dell'acqua di quelle da giardino, per di più mal fissata. Che sarà mai! Cambio fascetta e via!
Ragazzi che feste! Baci abbracci birra tarallucci e vino!
Nel frattempo arrivano altri tre "volenterosi" che si spacciano per esperti...
Esperti lo saranno pure stati, ma non hanno mosso un dito. La scena seguente, infatti, prevedeva che si montassero degli scaffali, delle mensole e delle aste fissate al muro per reggere le grucce con gli abiti. Il classico lavoro: trapano, tasselli, viti; trapano, tasselli, viti.
Indovinate chi è salito sulla scala mentre gli altri tre stavano a guardare E COMMENTAVANO PURE! Ora sorvolerò sul trapano senza percussione, che ti costringeva a spingere come un dannato per forare, ovviamente in equilibrio su una scaletta-traballa-che-ti-passa, tralascerò perfino quel bastardo di un muro sinistro, che aveva più mattoni pieni al suo interno che tutto il colosseo... Ma quei tre lì proprio... E quando vedevano che facevo fatica a forare berciavano: "Eh, hai la punta sbagliata! E' troppo grossa! Devi cambiarla! Io a casa c'ho il trapano della Hilti!"
E portalo qua, invece di lamentarti! Inutile dire che per accontentarli ho cambiato la punta del trapano... E qui c'è il sotto-aneddoto:
A prescindere dal fatto che il trapano aveva una punta da 5mm, adatta a bucare qualunque cosa, stremato dai commenti ho acconsentito a metterne una da 3 (miiii quant'era piiiiccola!), solo che, dettaglio non irrilevante, non c'era la chiave del mandrino.
In parole da profani, non c'era l'attrezzo che serviva a smontare la punta del trapano.
Cacciaviti, martellate, manate, mani spellate, insulti in magrebino...
Alla fine la punta si leva... Si riparte a forare e... Ovviamente non ci si riesce.
"Ah, è perché c'è un mattone pieno, o un sassolino... O forse una colonna lì dietro..." E' l'impareggiabile commento di uno dei tre.
Mi risparmio il "E io che cazzo ho detto?" anche perché i tre stanno levando le tende accampando scuse. Mari e Chiara puliscono un po' dappertutto e nel frattempo... Ballano? Già, ho tralasciato di dire che nel baillamme totale imperava il loro stereo a tutto volume con, nell'ordine, Vasco Rossi Greatest Hits (Grandioso!!!) e un misto di Caterina Caselli (Aaaargh!!!). Tutto il pomeriggio. Ininterrottamente.
Rimasto solo con Marina la rossa e Chiara occhi meravigliosi ( e non solo quello...), abbiamo cominciato a lavorare seriamente... In capo ad un pomeriggio abbiamo (=ho) attaccato un paio di mensole e.... Rullo di tamburi... L'insegna!!!
Staccare la vecchia insegna è stato laborioso: loro due ai lati su due scale, io appiedato in mezzo, tenendo le due scale e temendo la caduta dell'insegna sulla mia testa, mentre le ragazze schiodavano allegramente i pannelli senza preoccuparsi delle conseguenze. E' proprio vero che la fortuna aiuta gli audaci! L'insegna cade, ma la prendiamo al volo. E' solo Mari a farsi un po' male, ma un po' di coccole curano tutto... Il solo problema è che è Chiara a coccolarla...
E ora che l'insegna è staccata non dovremmo mettere quella nuova?
No, perché non c'è.
L'insegna non è stata ancora realizzata, quindi bisogna provvedere rimpiazzarla con qualcosa di artigianale. La plastica di sfondo è bianca... Basta un pennarello indelebile...
Signore e signori, quando passate in viale Padova al n° 35 e vedete il negozio "KAOS-abbigliamento" sappiate che l'insegna è rigorosamente opera del Tyreal. La mia prima insegna! Che bello!
E' tardino, ed io avrei un appuntamento, ma so che, evaso l'impegno ritornerò subito lì... No, non me le lascio scappare! Questa volta la mia sfiga automobilistica è stata benevola verso di me: premetto che sono con la macchina del capo NON con la 147 (Feel the power!!!), e che quindi è colpa mia se non mi accorgo che, una volta accesi i fari, questi NON si spengono allo spegnimento dell'auto. Questa mia negligenza fa sì che la macchina abbia la batteria scarica quando cerco di accenderla.
E' un segno del destino.
Spengo i fari, ritorno al negozio e ammiro il lavoro fatto. Le ragazze mi abbracciano vedendomi tornare... Ci sediamo lì. sulla cassapanca colma di attrezzi, stravolti e abbracciati, più per tenerci caldo che per altro (eh, i riscaldamenti mica vanno, ancora!). Poi è la pizzeria lì a fianco, quella dove ci siamo conosciuti, a fornirci la sussistenza per la serata.
Ho lavorato di domenica, ma non è mai stato così bello!

Nessun commento: