1 luglio 2009

(Giappone) 1- Decollo, planata, atterraggio

Per me un viaggio in giappone equivale a un sogno realizzato: sono cresciuto talmente affascinato dalla cultura nipponica, sia tramite i cartoni che guardavo da piccolo, sia per interesse sviluppato durante gli anni, che non credevo possibile poter organizzare una tale avventura. Ma tant’è… Ho passato due settimane stupende con amici fidati in un paese meraviglioso sotto moltissimi punti di vista; forse la mia opinione sarà di parte, ma ciò non toglie che raramente ho trovato una simile accoglienza, cordialità, eleganza e profonda cultura in un intero paese. E’ ora di raccontare tutto quello che abbiamo vissuto in questa breve permanenza… e per farlo dobbiamo andare indietro nel tempo di una quindicina di giorni.


15/06 – 16/06


Come spesso accade negli ultimi tempo, la partenza inizia già in modo rocambolesco: secondo il call center Alitalia il nostro aereo partirà dal terminal 2, cosa che ovviamente si rivelerà essere falsa. Tra bus navetta, impiegati un tantino approssimativi, assoluta assenza di qualisvoglia sportello informazioni, facciamo il check-in veramente al pelo e riusciamo a imbarcarci su un bellissimo 747 della JAL: la possenza e la stabilità del quadrigetto sono avvertibili già al decollo, così lieve nelle accelerazioni da essere quasi inavvertibile.
Adesso sono le 6:00 ora italiana e ci stiamo avvicinando al Mar del Giappone. Dormire qui non è stato propriamente agevole, ma ha i suoi vantaggi: accanto a me è seduta una ragazza giapponese bellissima; abbiamo scambiato solo poche parole, ma durante la nottata si è adagiata un paio di volte contro la mia spalla… non ho quasi dormito per restare assolutamente immobile così da non disturbarla… Solo una volta mi sono mosso per rimboccarle la copertina. Ha un buon profumo.
Non manca l’intrattenimento multimediale: ci siamo visti in anteprima assoluta il demenzialissimo film di Yattaman e, tra una turbolenza e il dimenarsi della donnona proprio davanti al mio sedile, questo volo prosegue.
Mancano poco più di tre ore all’arrivo, vorrei andare al bagno, ma belle gambe qui accanto… no, non la sveglio!

16/09
La nottata passa pigramente. Qualche facezia e saluto la mia compagna di volo, notando ancora una volta i lineamenti delicati e la vocina flebile.
La procedura di ingresso nel paese del Sol Levante è complicata, ma rapida: documenti da compilare, foto istantanea e impronte digitali a TUTTI quelli che arrivano (no, non è razzismo, no non mi sono sentito discriminato), sempre con la massima gentilezza di ogni addetto. In Europa sarebbe fantascienza.
Non conosciamo ancora benissimo la mappa della città, perciò prendiamo il pullman che, secondo le indicazioni, dovrebbe portarci ragionevolmente vicini all’hotel, ma scopriamo una volta arrivati di non essere proprio dietro l’angolo. Ovviamente piove e ci smazziamo un paio di chilometri valigie alla mano… Ma la passeggiata è ampiamente ripagata dall’hotel: un bel posto, tranquillo e proprio al limite del centro, con una camera abbastanza ampia, letti larghi e molte comodità. Il personale è gentilissimo: ci fornisce ombrelli, bottigliette d’acqua gratis e la connessione a internet in camera.
L’impatto con la città è “amichevole”e tutti si prodigano in spiegazioni, anche senza essere interpellati: è sufficiente che ti vedano in difficoltà per farsi avanti e offrire il proprio aiuto. Per arrivare all’hotel veniamo addirittura accompagnati da un cortese nativo poliglotta, con cui mi metto a parlare in francese (!)
Tokyo appare subito maestosa e vivace: sopraelevate multipiano e traffico discreto (ma non esagerato) e luci, viali illuminati, voci e musica dappertutto, una vera tentazione per noi, che abbiamo voglia di vedere subito tutto, di uscire e sperimentare… Non stiamo nella pelle e, non appena sistemati in camera e resi di nuovo presentabili, ci fiondiamo nelle strade, per esplorare un po’ i dintorni e cercare una cena tipica.
Ma è tardi, gran parte dei locali è chiuso, a parte qualche minimarket, e ci dobbiamo adattare ad entrare in un luogo un po’ buio e poco frequentato. Purtroppo l’esperienza non è delle migliori: degno di nota un menu un po’ misterioso e un grosso scarafaggio che zampetta tranquillo sul bancone… Questa non me l’aspettavo! Probabilmente abbiamo trovato l’equivalente locale del luogo “malfamato”, anche se la clientela sembra molto rilassata.
Torniamo in stanza e facciamo un programma di massima per l’indomani: prepariamoci a girare come si deve per Tokyo!

3 commenti:

Colei che... ha detto...

Voglio leggere il seguito... :P Per lo scarafaggio, troppo facile la battuta, ma non resisto: non si trattasse di cibo locale? ;)

Tyreal ha detto...

Argh!!! :D
Niente cibo locale: il seguito ti stupirà!

Clodia ha detto...

Inizio a leggere solo adesso: che bravo! Raramente leggo cose in Internet (e non solo...) scritte in un ottimo italiano! :-)

Poi, ovvio: il tuo racconto è emozionante e... ti invidio! Spero di poter realizzare anche io questo sogno... ;^_^

Ciao!

C.