16 giugno 2004

L'attacco dei doganieri

Molti dei miei aneddoti di vita vissuta fanno davvero ridere, sia perché sono surreali (ma sono successi davvero!) sia perché mi diverto a scriverli in modo bizzarro... Li ripubblico qui, in ordine sparso, sulla scia del "successo" avuto tra gli amici.
Tutti i nomi sono rigorosamente cambiati con nomignoli di fantasia!
Come non iniziare con...

L'ATTACCO DEI DOGANIERI
Tanto tempo fa, in una nazione vicina vicina vicina...


Da qualche tempo, il nostro Vinci (per gli amici Ryan) è diventato un esperto di fitness. Che già fosse appassionato lo si sapeva, ma adesso è un uomo convinto: palestra quattro giorni alla settimana, dieta super equilibrata, vitamine e creatina... Morale della favola, adesso abbiamo un Vinci ben piantato e con muscoli in bella evidenza sotto la maglietta aderente.
Non mi stupisco, perciò, quando mi chiede se sabato pomeriggio sono disposto ad accompagnarlo in Svizzera: là ci sono dei vitamin stores attrezzatissimi, "roba che in Italia ce la sogniamo" a sentir lui... Va bene, ma la mia domanda è: perché ti ci devo portare io? Voglio dire... La gitarella in Svizzera mi sta anche bene, ma non è che tu vuoi prendere qualcosa di illegale? In questo caso sono irremovibile. La mia risposta è no.
Vinci mi assicura che è tutto legale, ma che qui tali prodotti non si trovano. Per sicurezza sento qualche palestra, che mi conferma questa versione... Ma allora la mia domanda rimane: perché io?
Mi spiega che i doganieri farebbero sicuramente storie se lui si presentasse alla frontiera con la sua Punto (totalmente ammaccata, aggiungo io, senza contare che lui si presenterebbe al volante con maglia attillata-mostra-pettorali, bandana sulla testa e occhiali da sole... Cazzarola, lo fermerei pure io!), mentre in due su una 147 (Applausi, grazie!) tirata a lucido sembreremmo un attimo più seri.
Hai proprio ragione, Vinci, come no...
Mi presento puntuale all'appuntamento; ci tengo a precisare che la mattina l'ho passata in Fiera e che sono ancora vestito per l'occasione; camicia e completo nero, dunque, sperando che Vincenzo cambi un po' il suo abbigliamento per non farsi notare troppo.
Beh, quando lo vedo devo ammettere che qualche particolare diverso lo noto...

Modello numero 4: Vincenzo.
Vincenzo indossa pantaloni neri con notevole effetto invecchiato, impreziositi da cellulare blu cobalto in bella vista. Una maglietta in stile Dolce&Gabbana copre abilmente i muscoli guizzanti del modello sottolineandoli con elegante gioco di pieghe; occhiali da sole modello aerodinamico danno slancio al volto, evidenziando il bandana rosso già apprezzato in Easy Rider, ma qui più esteso, proteso a coprire tutto il capo: un velato omaggio ai pirati di Sir Francis Drake e alla donzelletta, che come è noto, vien dalla campagna. Tutto questo non sarebbe completo senza gli strepitosi stivali bicolori in pelle di pitone accentuati da un'andatura imperiosa e un tantino caracollante, ovviamente accompagnata da ampi movimenti rotatori delle spalle.
A completare il quadro due pacchetti di Marlboro rosse in mano (uno è vuoto: nulla è casuale) e un CD nell'altra... Un applauso per il nostro Vincenzo.

Partiamo.
Vinci mi chiede di avvertirlo quando siamo alla frontiera, così da dargli tempo di togliersi il bandana... Ho una chiara premonizione della scena: io guido verso la dogana... Negli ultimi dieci metri, Vinci, improvvisamente conscio di se stesso, armeggia con la fascia togliendola "furtivamente"... Penso che ogni doganiere, persino se rincoglionito ci fermerebbe... Neanche Byron Moreno potrebbe essere così incosciente da lasciarci passare..
E invece la scena accade puntuale (Vinci è totalmente ignaro di ciò che accade intorno a lui: se non lo avverti che siamo alla frontiera lui non se ne accorge, nemmeno quando è in coda sotto le tettoie e in mezzo alle guardie confinarie... Glielo devi dire, semplicemente... Quindi il bandana lo toglie all'ultimo momento), tuttavia nessuno ci ferma e passiamo liberamente... Mah...
Ovviamente non troviamo quello che cerchiamo: né a Chiasso né a Mendrisio (sì, mi sono spinto fino a là...), anche perché il mio compagno di viaggio NON SA gli indirizzi dei posti in questione... C'era da dubitarne?
Troviamo però un fitness store isolato lungo una strada (che vende articoli da sub!!!), parcheggiamo sulla ghiaia (grazie all'ASR!) e veniamo intercettati subito da un vecchietto che pare incantato dalla mia Alfa: mi chiede subito che motore ha, poi fa un giro intorno e la studia, dicendone che ne ha una uguale. Io sono lusingato, ma non gli do bado più di tanto.
Puzza di spione lontano un miglio.
Inutile dire che il negozio è chiuso e che io sono un po' stanco: sono le cinque e penso sia meglio tornare a casa...
In fondo alla strada c'è la frontiera e Vinci ovviamente non se ne accorge: il movimento per togliere la bandana è quindi troppo vistoso e il doganiere non aspettava altro: ci fa accostare e scendere, poi ci chiede i documenti... Io sto già sorridendo, mi ero preparato a questo fin dalla partenza, ma Vinci fa un po' il difficile; armeggia nel portafoglio poi estrae la sua carta d'identità:

La carta d'identità di Vincenzo.
Come nella migliore tradizione futurista, il documento non ha una forma definita: abbandonata la classica struttura rettangolare, questo foglio assomiglia più ad un fazzoletto smangiato da tarme voraci. La mutevolezza della forma è accentuata dai frammenti che ancora si staccano, così da evidenziare la caducità dela persona e la perdita irreversibile dell'identità nella società moderna, ancor più sottolineata dall'assoluta sbiaditezza della foto, che potrebbe ritrarre chiunque, dal cane della famiglia Pautasso, a Pietro Taricone o perché no, Byron Moreno.

Il doganiere non può lasciarci andare: gli è arrivata una segnalazione della nostra auto (targa compresa) in sosta vicino ad un canapaio, quindi deve controllare. Non so cosa sia un canapaio, ma immagino riguardi fumo/maria/cannabis... Che faccia pure, io sono pulito. Maledetto quel vecchino svizzero...
Ci chiama uno alla volta all'interno dell' ufficio per perquisirci.
Entro per primo. Consegno documenti dell'auto e portafoglio e mi limito a svuotare le tasche. Non serve nulla di più, ma.... La gabola la trova.
"L'auto non è intesta a lei!"
"No, infatti, è intestata alla ditta"
"Ma la ditta non è sua!"
"E' la ditta di famiglia, vede qui c'è scritto il cognome..."
"Non importa! Serve la delega notarile per espatriare. Lei non è autorizzato a guidare il suo mezzo qui."
Stupito da questo fatto gli chiedo di spiegarmi meglio, ma quello, irremovibile:
"Per legge sono autorizzato a confiscarle il veicolo"
Attimo di silenzio.
Chi mi conosce sa che la mia reazione abituale sarebbe quella conciliante e umile, mai eccessiva né presuntuosa, ma in quel momento è uscita una delle parti di me che potrei inqudrare come Attimo di Raro Titanismo.
Vuoi perché ero già entrato col sorriso sulle labbra, vuoi perché l'abito nero mi da un po' di carisma, vuoi perché stacco il doganiere di venti centimetri, vuoi perché la mia Alfa non la si tocca, ho sfoggiato un sorriso in tralice dicendo qualcosa come:
"Non mi sembra il caso! Guardi questa cosa mi è assolutamente nuova, inoltre ho viaggiato in tutta Europa e non mi è mai successo, d'altra parte..."
Mi interrompo, faccio finta di pensarci e concludo:
"Aspetti, però qui non siamo più nell' Unione!" (Ho detto proprio Unione! Come se fossimo negli Stati Confederati Sudisti!) "E' per via del fatto che sono entrato in un paese extracomunitario?"
Quello mi guarda, apre la bocca, la richiude, e risponde:
"Beh...Sì, effettivamente è così"
"Accidenti!" Incalzo "Ma questo non è segnalato! Non risulta nelle nostre normative, dovreste fare un comunicato! Chissa quanti come me..."
Il doganiere si irrita:
"Guardi, adesso devo chiamare l'unità cinofila e se trovo qualcosa che non va sono guai... Adesso aspetti fuori e chiami dentro il suo amico!"
Esco e non chiamo Vinci. Lo faccio chiamare a lui. Ho ancora il sorriso sulle labbra.
Il collega del doganiere pignolo è più simpatico: facciamo conversazione lì sulla strada, mentre Vinci è in fase di perquisizione, e mi spiega che purtroppo capita sempre il puntiglioso che vuole trovare rogne a tutti i costi e che il suo collega potrebbe chiamarla davvero l'unità cinofila. In cuor mio spero che la chiami davvero. Sai che figuraccia...
Vinci resta dentro mezz'ora.
Nel frattempo squilla il telefono nell'ufficio e anche l'altro doganiere rientra. Resto solo alla frontiera svizzera. Atto di Titanismo Incontrollabile: le auto si fermano e chiedono A ME se possono passare. Io sorrido e dico a tutti: "Vada, vada...". Un uomo si ferma e mi fa vedere il sacchetto di acquisti che ha appena fatto: cioccolata, sigarette... Gli dico che il fumo fa male e lo faccio andare. E' divertentissimo!
Poi alla fine Vincenzo esce.
Incazzato come una iena incede maestoso lungo la frontiera; dietro di lui il Pignolo ci fa cenno di andare, abbastanza infastidito.
Vinci mi racconta che gli hanno fatto la perquisizione completa, facendolo spogliare interamente.
Forse c'è giustizia a questo mondo.

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