4 aprile 2012
In debito
Mi ferma un ragazzo, proprio di fronte al centro commerciale. Prevenuto, alzo già le mani nel gesto "no, non ho spiccioli, davvero".
Lui mi guarda e, con occhi bassi, dice: "non voglio soldi, davvero... però ho fame"
Come fai a dire di no a uno che confessa, con vergogna, di aver fame?
Dietro di lui l'ingresso di un fast food, uno dei tanti.
"Ti piacciono i panini che fanno lì?"
"Sì"
"Dai, pranziamo insieme"
Ci prendiamo due menu, lui ne sbafa uno e mezzo con una fame di quelle che io non ho mai conosciuto, una fame di rabbia e lacrime, di occhi bassi e dignità che deve venire a patti con lo stomaco.
Mi cade lo sguardo su un sacchetto che si porta appresso...
"Ma lì dentro c'è roba da mangiare..."
"Quella è la spesa, per la mia famiglia. Io non lo tocco: non posso permettermi il mangiare per tutti, o io o loro".
gli prendo un altro cartoccio, da portare via e in cambio ho un racconto di due anni di vita. Dura, in salita, senza luce in fondo al tunnel.
Due anni di vita raccontati sono un dono che supera di gran lunga i miei pochi euro per un pranzo: sono in debito con lui.
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