24/06
Oggi optiamo per una gita molto fuori porta, e prendiamo l’ ormai consueto treno shinkansen per Hiroshima, non prima di aver fatto colazione in un impeccabile caffè degno di nota per l’eleganza dell’ambiente e del personale. E il caffè? no, quello è la solita brodaglia.
Hiroshima, si dicveva.
La tratta è piuttosto lunga e, dopo due orette di viaggio, scendiamo dal treno insieme a molti altri turisti diretti al Peace Memorial Park, tra cui una simpatica famgliola inglese con due deliziose figlie al seguito; il saper leggere correttamente le cartine ci investe subito dell’aura di “condottieri” , per cui portiamo tutto il gruppetto alla corretta fermata del tram… ma da buoni condottieri vecchio stampo, noi pensiamo bene di proseguire a piedi, dopotutto si tratta di percorrere solo un paio di chilometri.
25 agosto 2009
16 agosto 2009
(Giappone) 7 - Aura di sacralità e intermezzi commerciali
23/06
Kyoto!
Si parte dal Manga Museum, con colazione al caffè annesso, ma arriviamo troppo presto e ripieghiamo sul parco imperiale, abbandonato tanto rocambolescamente la sera prima… Stavolta ammiriamo con calma le piante, i laghetti e i templi ad ogni angolo, accompagnati talvolta da scolaresche di bimbi allegri e scorazzanti, ma anche educati ed ordinati quando c’è da dar retta alla maestra. Giriamo il parco con calma, restando accostati alle mura che circondano l’antica residenza degli imperatori (Kyoto Gosho) e il Palazzo dell’Imperatore a riposo (Sento Gosho) e attraversando luoghi che sembrano fuori dal tempo, pur se vicinissimi al traffico del centro. Non siamo in un luogo rigidamente controllato e destinato solo a pochi turisti paganti, ma in un parco che è semplicemente un luogo di ritrovo per i cittadini e per i curiosi: ci sono parecchi ragazzi che giocano a baseball (qui diffusissimo) nei campetti appositi, coppie che passeggiano sui ponticelli o gareggiano scherzosamente in bici, giardinieri che, con immensa cura, sistemano le aiuole… Un normale parco cittadino, insomma, che però per secoli ha cinto uno degli edifici più importanti del Giappone, perlomeno fino allo spostamento della corte imperiale a Tokyo.
Kyoto!
Si parte dal Manga Museum, con colazione al caffè annesso, ma arriviamo troppo presto e ripieghiamo sul parco imperiale, abbandonato tanto rocambolescamente la sera prima… Stavolta ammiriamo con calma le piante, i laghetti e i templi ad ogni angolo, accompagnati talvolta da scolaresche di bimbi allegri e scorazzanti, ma anche educati ed ordinati quando c’è da dar retta alla maestra. Giriamo il parco con calma, restando accostati alle mura che circondano l’antica residenza degli imperatori (Kyoto Gosho) e il Palazzo dell’Imperatore a riposo (Sento Gosho) e attraversando luoghi che sembrano fuori dal tempo, pur se vicinissimi al traffico del centro. Non siamo in un luogo rigidamente controllato e destinato solo a pochi turisti paganti, ma in un parco che è semplicemente un luogo di ritrovo per i cittadini e per i curiosi: ci sono parecchi ragazzi che giocano a baseball (qui diffusissimo) nei campetti appositi, coppie che passeggiano sui ponticelli o gareggiano scherzosamente in bici, giardinieri che, con immensa cura, sistemano le aiuole… Un normale parco cittadino, insomma, che però per secoli ha cinto uno degli edifici più importanti del Giappone, perlomeno fino allo spostamento della corte imperiale a Tokyo.
7 agosto 2009
(Giappone) 6 - La PASMO, la SUICA, la ICOCA, la PITAPA
22/06
Arriviamo a Kyoto in poco più di due ore e mezza, in tempo per scioglierci sotto la cappa di afa pomeridiana. Certo, l’aria condizionata a bordo del treno-proiettile non ci aiuta certo ad acclimatarci istantaneamente, fatto sta che l’aria immobile e l’umidità quasi palpabile hanno un impatto stordente.
Kyoto non è Tokyo e si vede: chiedendo informazioni, addirittura una ragazza non mi risponde! Incredibile! Rammento che qui siamo in provincia e che le abitudini possono essere più tradizionaliste che nell’ambiente più cosmopolita della capitale... Vuoi vedere che è maleducazione rivolgersi direttamente all'altro sesso? Nel dubbio non lo faccio, anche se mi sembra davvero strano.
Arriviamo a Kyoto in poco più di due ore e mezza, in tempo per scioglierci sotto la cappa di afa pomeridiana. Certo, l’aria condizionata a bordo del treno-proiettile non ci aiuta certo ad acclimatarci istantaneamente, fatto sta che l’aria immobile e l’umidità quasi palpabile hanno un impatto stordente.
Kyoto non è Tokyo e si vede: chiedendo informazioni, addirittura una ragazza non mi risponde! Incredibile! Rammento che qui siamo in provincia e che le abitudini possono essere più tradizionaliste che nell’ambiente più cosmopolita della capitale... Vuoi vedere che è maleducazione rivolgersi direttamente all'altro sesso? Nel dubbio non lo faccio, anche se mi sembra davvero strano.
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