Da qualche tempo sono diventato bravo a cadere. No, non ci siamo capiti...Non è che ho imparato come si cade senza farsi male, cosa che insegnano in tutte le palestre. Ho proprio imparato a cadere come si deve, facendosi più male possibile e danneggiando tutto ciò che si riesce a tangere...Il tutto involontariamente. Devo ammettere che ci sono voluti anni di pratica, ma quella sera da Max sono riuscito a mettere a frutto tutta questa esperienza. Max abita in una corte rimodernata e, per scendere da casa sua in cortile, bisogna percorrere una scala fatta a regola d'arte, con corrimano e tutto il resto, che termina davanti ad una modernissima porta a doppi vetri. Quello che uno non si aspetta è che dopo la porta, la scala non finisce, ma c'è un altro gradino, uno solo, datato direi 1712...Per intenderci uno di quei gradini che somiglia più a un paracarro, data la totale inesistenza di angolo tra alzata e pedata. Questo benedetto gradino mi ha portato ad uno dei più spettacolari voli della mia esistenza; dopo aver posto piede in fallo, infatti:
1- Sono atterrato sul piede destro, rigorosamente storto, sollecitando la caviglia
2- Mentre rimbalzavo, sfregavo la gamba destra contro il muro (grezzo e senza intonaco)
3- Col braccio sinistro urtavo una carriola messa lì per chissà quale motivo
4- Allontanando il braccio dalla carriola, urtavo poi il paraurti della Fiesta di Max (perché poi deve metterla a fianco della carriola, non lo so proprio)
5- Ritraendomi da questi urti multipli, toccavo finalmente terra, pestando violentemente la testa contro qualcosa.
Se mimato, il racconto di questa caduta suscita ancora l'ilarità della compagnia che vi ha assistito.
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