E fu allora che vidi Eva: inguainata in quell'abitino bianco e blu e protetta da un sorriso di circostanza praticamente perfetto, le lunghissime gambe affusolate appoggiate ad uno scomodo sgabello e le mani sottili a reggere quei volantini bianchi e blu come il vestito, era la perfetta sintesi della classe e dell'eleganza. Era uno di quei momenti in cui capita di provare quella sottile sensazione di inadeguatezza poco definita, del tipo "lei è inarrivabile".
Mentre Eva dormicchia sul sedile del passeggero, ripenso a quel primo incontro ginevrino in cui io, tecnico spaesato per di più assunto dalla concorrenza, sbirciavo noncurante nello stand BMW più interessato alle hostess che non alla nuova Z4; ripenso al momento in cui mi sono fermato a guardarla. Professionale, algida, altera e bellissima si destreggiava in spiegazioni agli anziani acquirenti di auto di lusso per poi bloccare lo sguardo su di me, con fare interlocutorio. Che cosa dire, fare baciare lettera o testamento, in quei momenti? Niente, sono istanti di puro imbarazzo...
E come al solito, quando mi trovo in imbarazzo, mi metto a ridere. E ride anche lei, quasi a voler comprendere che io non ho nulla a che spartire con la clientela abituale dei suoi datori di lavoro. Da lì al caffé il passo è breve, da lì a scherzare sul fatto che il caffé all'estero è imbevibile è un passo ovvio... Gli altri passi non sono importanti.
Ed Eva ora è qui accanto, portata dal vento fino alla provincia di Milano e pronta a turbinare per un'altra meta distante chilometri... Nemmeno lei sa ancora se si tratti della Svizzera, dell'Australia o di Marte e si concede soltanto qualche occhiatina dalle palpebre semichiuse e piccoli sorrisi quando si accorge che faccio solo finta di non guardarla. Bellissima, sempre. Eva ha un senso di perfezione innato che al rende magnifica anche in occasioni in cui una persona comune sarebbe impresentabile. C'è in lei qualcosa di zen, come se ogni cosa fuori posto fosse stata messa in disordine ad arte per essere la più bella possibile... Non è semplicemente spettinata o assonnata, è spettinata bene ed ha gli occhi chiusi con grazia. Persino quella puntura di zanzara sul polpaccio sembra starle bene.
Eva è partita. E' salita su quell'aereo per l'Ungheria decisa a tornare a casa e finire gli studi. E restare in quel suo paese che lei racconta con meraviglia e bagliori nei bellissimi occhi neri.
Buon viaggio Eva.